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Le Chiese di MontesolaroChiesa parrocchiale dedicata alla Beata Vergine Assunta![]() Il principale luogo sacro di Montesolaro è la chiesa parrocchiale dedicata alla Beata Vergine Assunta. Ubicata nel cuore dell'agglomerato urbano per lo più costruito da cascinali l'uno congiunto all'altro da edifici usufruibili per il lavoro contadino, la nuova chiesa sorge nel 1575 circa. Come spesso accade a quell'epoca e in quel particolare contesto storico e sociale, non si tramanda il nome dell'architetto. Pensata per il raduno alla preghiera di una piccolo comunità che viveva del lavoro nei campi, la chiesa è eretta secondo canoni di funzionalità e decoro piuttosto modesti, imperniati sulla semplicità formale e sulla sobrietà estetica. Caratteristiche queste che si ritrovano in tutte le chiese edificate in quella fine del Cinquecento che tanto prolificò di nuovi edifici sacri nella diocesi ambrosiana. Purtroppo non esiste documentazione che possa dare valida e attendibile testimonianza della chiesa così come venne costruita allora; gli atti che per la prima volta attestano le condizioni del luogo sacro sono ancora una volta i decreti che seguono alle visite pastorali, i quali ormai agli inizi del Novecento ne deplorano le cattive condizioni e le inadeguatezze. È dell'anno 1919 l'ampliamento dell'antica struttura cinquecentesca che non subirà rilevanti cambiamenti fino al 1976, quando venne progettata una nuova costruzione adiacente alla prima che ne costituirà l'ampliamento. I due luoghi sacri collegati fra loro e comunicanti costituiscono di fatto un unico spazio celebrativo, consolidando quell'armonia fra antico e moderno che è alla base di molte teorie artistiche di restauro e che, fondando l'intervento del nuovo sul mantenimento del vecchio, ne conserve l'integrità. ![]() La struttura originaria della chiesa "vecchia", infatti non ha subito variazioni:a pianta longitudinale presenta all'interno tre navate, la centrale culminante con una piccola abside, le laterali ognuna con una cappellina votiva, il coro absidato è rivestito in legno, le volte a vela sono intonacate. L'esterno richiama nella facciata l'andamento strutturale dell'interno, con un modesto e semplice movimento di lesene a segnare le navate, e il timpano centrale sopra il portale di ingresso a slanciare verso l'alto l'insieme che risulta oltremodo alleggerito da una finestra centrale e due lunette laterali a vetri colorati. La chiesa nuova costruita su progetto dell'architetto Antonio Borghi è volutamente il completamento della vecchia, della quale svolge il compito di aula assembleare. Tutto, sia all'interno che all'esterno, ne richiama la funzione, dalla pianta ad aula e centrale al porticato di accesso, in un insieme eterogeneo per spazialità, apertura visuale, luminosità. Anche la scelta dei materiali non è casuale: il cemento armato delle strutture e il legno lamellare del solaio così come le ampie vetrate a modulo quadrato non fanno che ribadirne la semplicità e la limpidezza. Chiesetta di Sant'AgataLontano dal centro abitato, laddove si presume sorgesse un lazzaretto di ricovero per i malati di quella peste di manzoniano ricordo che anche a Montesolaro mieté le sue vittime, sorge l'edicola votiva dedicata a Sant'Ambrogio, più comunemente conosciuta dalla popolazione di Montesolaro come chiesetta di Sant'Agata, dal nome della vecchia cascina. Costruita nel 1938 ad opera dell'ingegner Radice Fossati e con il concorso di tutti i montesolaresi, essa conserva nelle fondamenta i resti dell'ossario che, ritrovato durante gli scavi, si attribuisce al lazzaretto di cui si parlava sopra. Alla semplicità formale che colpisce a prima vista segue, ad un'osservazione più attenta, la particolarità della pianta che, longitudinale e ad un'aula, risulta pseudoellittica, secondo un disegno non abituale. La facciata, peraltro molto semplice, è completamente assorbita dal portico d'accesso, il quale ne percorre tutta la lunghezza con una serie di piccoli pilastri. Unico elemento di decoro, oltre al portale centrale, sono quattro piccole finestrelle rettangolari. Ai lati, simmetricamente, si aprono due finestroni di vetro colorato decorato a motivi geometrici. L'interno non presenta nessun elemento di rilevante importanza; la semplicità e la modestia dell'esterno non fanno che ripercuotersi dentro l'aula assemblare, che comunque è piacevolmente aggraziata soprattutto grazie all'affresco che ricopre il catino absidale. Le pessime condizioni che avevano ridotto la piccola chiesa in decenni di abbandono hanno reso indispensabile un intervento di ripristino nel 1970, quando vennero rifatti la copertura, gli intonaci, gli infissi, il solaio. Più capillare e definitivo si è però rivelato il secondo restauro. Cappellina dell'Immacolata (oratorio maschile)![]() La cappellina dell'Immacolata si trova nel complesso dell'oratorio maschile di fronte alla vecchia chiesa parrocchiale. Fu costruita nel 1864, su disegno dell'ingegnere Montanara di Cantù, e successivamente allungata con l'aggiunta dell'attuale atrio. L'unico altare esistente in essa era in marmo ed era stato costruito da Antonio Monzini di Como nel 1865; in essa era anche presente un dipinto, raffigurante l'Immacolata, del pittore Borioni di Milano, anch'esso realizzato nel 1865. Nel 1966, in occasione del nuovo parroco, don Pierangelo Facchinetti, la comunità offrì come regalo al nuovo pastore la ristrutturazione della cappellina che venne così ad assumere le attuali. È tuttora raggiungibile sia dall'esterno che dai locali interni dell'oratorio: sembra sia stata pensata in funzione della chiesa parrocchiale, essendo la facciata dei due luoghi sacri esattamente l'una di fronte all'altra. Più contenuta nelle dimensioni, la seconda anche stilisticamente richiama la prima, in un gioco di elementi che ne fa un insieme armonico molto bello. Il portale di accesso, infatti, è sormontato da un piccolo timpano ed è inquadrato da un motivo ad arco rientrante che si ripete, più importante nella copertura; due lesene laterali ne segnano il contorno e piccoli e semplici motivi geometrici di decoro a bassorilievo ne rendono leggero ed elegante l'insieme. L'interno è costituito da due spazi contigui: un atrio di ingresso, circolare e con copertura a volta e l'aula assemblare a pianta centrale, abbellita, nella raffinata semplicità, dal piccolo catino che inquadra l'altare, ai cui lati si aprono, simmetricamente, due finestrelle rettangolari. Nel suo insieme questa chiesetta, raccolta e minuta, semplice ed elegante, ristrutturata nel 1861 costituisce uno degli esempi di architettura che, se pur non riconosciuti come capolavori, certamente sono testimonianza di equilibrio e saggezza artistica non comuni. Cappellina dell'Addolorata (villa Calvi)Un capitolo a parte ma certamente non meno importante nell'ambito dell'architettura montesolarese, soprattutto per rilevanza artistica, è costituito dalla villa Calvi, che riveste valore non comune. La cappellina dell'Addolorata si trova infatti a Montesolaro Alta all'interno della villa Calvi. La sua costruzione risale al 1696 e si è inoltre a conoscenza di una successiva ricostruzione nel 1757. Essa conserva una immagine dell'Addolorata scolpita in marmo fino di Carrara, di cui però non si conosce l'autore. Fino alla fine del secolo scorso la cappella aveva diritto alla nomina di un cappellano che si curasse della vita spirituale di coloro che vivevano e lavoravano nella villa, nomina che spettava al carnale arcivescovo, e inoltre per privilegio qui si conservava il Santissimo Sacramento. Dal libro "Carimate tra la storia e la cronaca", 1999, GraficheGranata s.r.l., Milano |