“Questa volta, come vedete, il Bollettino Parrocchiale non comincia con la consueta Parola del Parroco. Il nostro don Luigi era momentaneamente… fermo ai box. E con lui anche il giornale che, pur essendo pronto già da qualche settimana, ha ovviamente atteso il ritorno del Direttore per l’uscita. Eppure, i suoi pezzi originari sono ancora freschi e attuali tanto che abbiamo deciso di proporveli ugualmente con pochi e opportuni ritocchi temporali. Buona lettura ! ”

LA REDAZIONE

 

"PARTY CON ME": MISSIONARI COME SAN PAOLO 

Messaggio alla Diocesi per l'Oratorio estivo 2003

Milano, 8 giugno 2003 Solennità di Pentecoste.

Carissimi,

         in questi giorni i nostri Oratori si vestiranno a festa e sprigioneranno immense e preziose energie di vita. Le decine e centinaia di ragazzi, adolescenti e giovani che riempiranno con la loro vivacità lieta e incontenibile i cortili, i campi, le aule, le cappelle dei nostri più di mille Oratori saranno gli indiscussi protagonisti di questa festa,che si prolungherà per più settimane. Anzi, loro stessi sono la festa! Lo sono con i giochi, i canti, le urla, i lavori, i compiti, i momenti di riflessione,la preghiera. Sì, perché l’Oratorio estivo, che sta per iniziare, rappresenta tutto questo.

Lo so: questa grande festa comporta non poco impegno da parte di tutti. Penso, con particolare stima e gratitudine, ai sacerdoti giovani, ma anche ai diversi parroci non più giovani che, con le religiose, i responsabili egli educatori, staranno con i ragazzi e saranno per loro una presenza amica e autorevole.

La vostra, carissimi,è una fatica benedetta!Voi per primi ne siete persuasi, perché ben sapete quanto è preziosa la singolare esperienza di ogni Oratorio estivo. Di questa convinzione io stesso mi faccio interprete e portavoce. Desidero,dunque, ribadire che l’Oratorio estivo deve essere decisamente incoraggiato e sostenuto da parte di tutti poiché, nella scia di una costante e invidiabile tradizione della nostra Diocesi, costituisce un’importante e valida occasione:

Per tutti questi motivi, sono certo che ogni parrocchia – singolarmente o nell’ambito delle unità pastorali – continuerà a vivere il tempo estivo non come tempo di “vacanza”, libero da impegni e da proposte, ma come un “tempo forte” di straordinario e articolato impegno educativo. Con l’Oratorio estivo,infatti, le nostre comunità presentano una vasta gamma di iniziative, che chiede di essere convintamente valorizzata, continuamente vivificata e cordialmente apprezzata. Penso ai periodi di vacanza comunitaria in tenda o in case montane o marine, alle settimane di formazione, ad esperienze di servizio e di carità, a momenti di intensa spiritualità e ad altre attività che la nostra costante prassi educativa conosce e promuove.

Quest’anno – seguendo la proposta della pastorale diocesana per i ragazzi,gli adolescenti e l’Oratorio e della Fom, che l’hanno formulata insieme con gli organismi delle altre Diocesi di Lombardia – l’Oratorio estivo si presenta come un indovinato preludio al percorso pastorale sul tema della missionarietà, nel quale impegnerò la nostra Diocesi lungo il prossimo triennio. Con lo slogan“PartY con me”, l’attenzione sarà indirizzata alla figura di san Paolo e ai suoi viaggi missionari. E così quanti vivranno l’esperienza oratoriana saranno aiutati a vedere la propria vita come impegno quotidiano di annuncio della Parola di Dio, vivificato dalla gioia vera che viene dal Signore. L’Oratorio sarà una“festa del Vangelo” per tutti, una festa cioè animata dalla testimonianza della “buona e lieta notizia”, che è Gesù, il solo che sa infondere nella vita pienezza di umanità, di gioia e di senso.

Conto davvero sulla generosità e sull’impegno di tutti affinché questo decisivo messaggio raggiunga il cuore e trasformi la vita di tanti ragazzi e, in qualcuno di loro, faccia sorgere anche il desiderio di dedicare tutta la propria esistenza al Signore e al suo Vangelo, nella vita sacerdotale, religiosa o missionaria.

In particolare, voglio esprimere apertamente la mia fiducia nei tanti adolescenti che collaboreranno quali“animatori”del prossimo Oratorio estivo. Alcuni giorni fa ne ho incontrato un numero davvero sbalorditivo, in una serata di grande festa e di non meno intensa riflessione e preghiera. A loro ho consegnato – in segno di stima, vicinanza e sostegno – il“Decalogo”dell’animatore dell’Oratorio. Seguendolo e mettendolo in pratica –accompagnati, incoraggiati e orientati dalla sapiente guida degli educatori, dei preti e delle religiose –, sono certo che essi per primi potranno crescere nello stile di una vita santa, da veri cristiani, e che così contribuiranno davvero a“fare bello” ogni nostro Oratorio.

Buon Oratorio estivo a tutti!Mentre vi rivolgo questo augurio,nell’attesa di poterne visitare almeno qualcuno, sogno che in ogni nostro Oratorio si possa rivivere il miracolo della Pentecoste. È quanto accadrà se,con il vento e il fuoco dello Spirito Santo, le diversità – di età, di linguaggi espressivi e, non di rado, anche di paese di provenienza – sapranno armonizzarsi in una condivisione di vita e in una comunione che faranno sentire tutti a casa propria e spingeranno ad aprire le porte perché l’amicizia di cui l’Oratorio trabocca possa contagiare anche chi sta fuori dall’Oratorio.

Con il mio ricordo, il mio affetto e la mia benedizione.

 

                                 

 

"DECALOGO" DELL'ANIMATORE DELL'ORATORIO 

Per fare bello il tuo Oratorio

1° – Comincia tu

Tu fai crescere l’Oratorio con il tuo stile, il tuo entusiasmo, le tue proposte, il tuo impegno coerente. E tu stesso puoi crescere all’Oratorio nello stile di una vita santa, da vero cristiano, come Gesù.

2° – Stai e agisci “insieme”

All’Oratorio non ci sono “eroi solitari”. L’armonia dell’insieme, però, non si improvvisa, si può imparare e insegnare: ci vogliono idee, un progetto, buona organizzazione, qualche regola… e tanta pazienza e benevolenza! Rimani sempre in comunione con gli altri animatori e cerca di unire i ragazzi tra loro.

3° – Ascolta volentieri il prete e la suora

Riconosci la loro autorità: ci vuole sempre “un’ultima parola” che tiene uniti, nel nome di Gesù. Lasciati guidare con fiducia da chi è “innamorato di Dio” ed “esperto in umanità”. E prova a sognare una vita come la loro, tutta di Gesù, tutta per gli altri.

4° – Tratta i genitori di ogni ragazzo come i tuoi

Avverti quanta fiducia ti danno. Prendi il tempo per ascoltarli. Accetta da loro anche qualche critica. Favorisci un po’ più di dialogo tra loro e con i loro figli. Salutali sempre cordialmente. Pensa a quando tu sarai un papà o una mamma… Ringrazia qualche volta di più i tuoi genitori e chiedi loro qualche consiglio.

5° – Prega e aiuta a pregare

Farai incontrare i ragazzi con Gesù se tu stesso vorrai stare con lui, nel silenzio della preghiera personale e nelle voci di quella comunitaria. Non potrai parlare sempre di Gesù ai ragazzi, ma potrai sempre parlare dei tuoi ragazzi a Gesù.

6° – Impegnati tanto e stai sempre allegro

Dai il massimo in ogni attività, affrontandola con serietà e serenità. Libera la fantasia, scopri l’arte di vivere la fatica, suscita la creatività degli altri e accoglila. Abbonda nel sorriso. Fai divertire con impegno i ragazzi ed essi impareranno che impegnarsi è anche divertente. 

7° – Stima, rispetta e ama tutti e ciascuno

Ai tuoi occhi tutti sono importanti e vanno aiutati a riconoscersi e ad amarsi gli uni gli altri, per essere una comunità. Ogni ragazzo è degno di attenzione, stima, rispetto e affetto da parte tua. Non limitarti a “gestire” i ragazzi, ma accogli ciascuno nella sua singolarità, cercando di capirlo e valorizzarlo, perché diventi sempre più se stesso.

8° – Apri il cuore a chi richiede maggiore attenzione

Sarai spesso tentato di evitare le situazioni più difficili o le persone con cui non è immediato rapportarsi. Eppure, hai molto da ricevere e qualcosa di bello da dare a chi è “diversamente abile”, a chi proviene da paesi stranieri, a chi è ancora poco educato… Sfida e vinci l’isolamento delle diversità. Difendi e promuovi sempre i più deboli.

9° – Fatti amico chi sta fuori dell’Oratorio

Un bell’Oratorio – ha detto il Papa – è «un ponte tra la Chiesa e la strada». La soglia del tuo Oratorio resta aperta e accogliente se tu la attraversi spesso salutando, ascoltando e incontrando tutti, con libertà e simpatia. L’Oratorio trabocca di amicizia: ce n’è per tutti, anche oltre l’Oratorio!

10° – Usa con cura ogni cosa per il bene di tutti

Abita gli ambienti dell’Oratorio e utilizza le cose a disposizione come se si trattasse della tua casa, dove accogliere tanti amici. L’ordine, la pulizia, la bellezza fanno stare bene tutti e richiedono l’impegno di ciascuno. I ragazzi impareranno dal tuo esempio. Si incomincia all’Oratorio a vivere bene la città, l’ambiente, il territorio, da veri cittadini, per una società più giusta e accogliente, vera “casa di tutti”.

+ Dionigi card. Tettamanzi ,Arcivescovo di Milano

 

                                 

 

SORELLE DEL SIGNORE

storia di una vocazione

  

 

                                 

 

HAPPENING DEI GIOVANI: UNA IMPORTANTE TRADIZIONE

Ma che bella giornata, eravamo proprio in tanti! Sì, possiamo dire tante cose sull’happening dei giovani di quest’anno tranne che è mancata la partecipazione. Durante tutta la giornata c’è stata la presenza continua di molte persone: adolescenti, giovani, e molte famiglie. Credo proprio abbia ragione don Patrizio quando ha ricordato quanto questo appuntamento va preso in considerazione e non sottovalutato. Nella sua testimonianza ci ha infatti confermato come nella sua esperienza tra varie parrocchie della diocesi, quella di Montesolaro è l’unica che organizza il Lunedì dell’Angelo in questo modo. Molto spesso capita di sentire oratori o gruppi giovanili che organizzano per questa data o uscite o gite, ma non una giornata di questo tipo.

È una tradizione che non dobbiamo sicuramente perdere ha fatto notare don Patrizio. Ciò non significa che non va rinnovata, ripensata nella sua organizzazione o altro, ma significa che dobbiamo rifarci al senso di questa tradizionale giornata: festeggiare la giornata mondiale della gioventù. Quello che è importante è tenere presente ciò che si vuole trasmettere con questo appuntamento. Non si può pensare che sia solo un ritrovarsi, un momento in cui qualcuno non ha niente da fare e allora decide di organizzare questo appuntamento. Chi si impegna ha (o almeno dovrebbe) avere chiaro in testa il perché si mette a disposizione per preparare l’happening dei giovani. Certamente è da tenere presente la componente dell’aggregazione e della gioia dello stare insieme, ma questo non è appunto un semplice ritrovarsi. Se così fosse ad un certo punto “si perderebbero le tracce” di questa giornata. Se questo non è successo significa che si è radicala la tradizione considerata nella sua essenza. Ma bisogna stare attenti a non lasciarsi andare e tenere presente dove si vuole arrivare con questo happening. Il rischio può essere quello che chi “aveva tempo” non c’è più e quindi non si organizza, non si prepara più niente. È il senso che ci permette di continuare a fare, che ci permette di fare il passaggio di testimone da gruppi di giovani ad altri giovani. Solo in questo modo si può conservare questa tradizione.

Quest’anno il papa ci ha voluto ricordare una figura fondamentale per il cristiano: Maria, madre di tutti i battezzati. Da lei possiamo imparare a vivere da veri cristiani, ponendoci in ascolto della Parola di Dio per capire la nostra vocazione. La Madonna non ha fatto altro che seguire la via che Dio gli ha indicato, con costanza, anche quando non capiva il senso del suo fare: sapeva solo che era la volontà di Dio. Ecco l’esempio che tutti noi cristiani dobbiamo seguire e tenere presente nella nostra vita: solo con un continuo affidarsi alla Madonna potremo imparare a capire ciò che Dio vuole da noi.

Il senso dell’happening è proprio il fermarsi a riflettere su quanto il papa ogni  anno, attraverso il messaggio ai giovani, sottolinea e pone in evidenza. Ecco quindi che i giochi, il pranzo, la Messa, il ritrovarsi la mattina per preparare, il fermarsi alla sera per smontare, lo stare insieme tutta la giornata acquista valore e significato. Ognuno (soprattutto i giovani) è chiamato a dare il proprio contributo affinché all’happening dei giovani partecipi tanta gente, ma partecipi perché c’è qualcosa in più rispetto alla sola abitudine di ritrovarsi per quella giornata in quel luogo.

FEDERICO TAGLIABUE

 

                                 

 

DOVEROSI RINGRAZIAMENTI

 

                                 

 

A PROPOSITO DELLO STABILE DI VIA MADONNINA

 

                                 

 

LA VIA DI MARIA

 Chiamati di nuovo, durante il mese di maggio, ad esprimere la nostra devozione a Colei che nelle litanie è invocata come “Rosa mistica”, quest’anno abbiamo risposto con particolare attenzione liturgica, dal momento che il Santo Padre, in occasione del 25° anniversario del Suo pontificato, ha voluto dedicarlo al Santo Rosario.

Una statua di Maria Ausiliatrice posta all’ingresso dell’asilo che ho frequentato ha lasciato in me bambina un ricordo indelebile: la dolcezza degli occhi e del sorriso, il capo coronato di stelle, la veste candida e soprattutto le braccia aperte ad accogliere chi cerca il suo aiuto. Credo che queste caratteristiche ben rappresentino l’immagine con la quale ciascuno di noi ama raffigurarsi la Madonna: una madre affettuosa e premurosa, un porto sicuro presso il quale trovare rifugio e conforto. Ma la recita del Rosario ci ha invitato a spingere il nostro sguardo oltre la figura di Maria. Innanzitutto, il Rosario non ha solo un significato mariano, ma anche, anzi, soprattutto, cristologico. Non è solo preghiera di lode e di richiesta rivolta alla Madonna, ma è percorso di conoscenza e contemplazione di Cristo attraverso la via indicata dalla Vergine, esempio di fede, silenzio ed ascolto. È un guardare a Cristo attraverso gli occhi di Maria. La simbologia della corona mette in evidenza questo aspetto: essa converge verso il Crocifisso, punto di partenza e punto di arrivo dell’orazione.  Prima della recita di ogni decina di Ave Maria l’enunciazione di un mistero richiama la nostra attenzione su un momento della vita di Gesù. La tradizione liturgica fino ad ora aveva selezionato tre serie di misteri, gaudiosi, dolorosi e gloriosi, che ci invitano a contemplare rispettivamente l’Incarnazione, la Passione e la Resurrezione di Nostro Signore. Tutti momenti nei quali Maria, grembo del Verbo incarnato, madre sotto la croce del figlio, testimone della Resurrezione di Cristo ed infine assunta in cielo, ha un ruolo fondamentale.

Ora il Papa nella sua lettera pastorale, Rosarium Virginis Mariae, suggerisce di introdurre una nuova serie, i misteri della luce, al fine di comprendere anche le tappe fondamentali della vita pubblica di Gesù, “luce del mondo” (Gv. 8,12): 1. il Battesimo nel Giordano; 2. le nozze di Cana; 3. l’annuncio del Regno di Dio e l’invito alla conversione; 4. la Trasfigurazione sul monte Tabor; 5. l’istituzione dell’Eucaristia. La presenza di Maria a Cana basta a costituire lo sfondo mariano di tutta questa nuova serie di misteri: la frase da lei pronunciata, “Fate quello che vi dirà” (Gv. 2,5), - dice il Papa – risuona come monito alla Chiesa di tutti i tempi.

La nostra comunità ha proposto anche quest’anno una serie di iniziative che trovano il loro centro nella recita del Rosario. E noi tutti ci siamo sentiti coinvolti, contagiati quasi dal fascino di questa antica e semplice preghiera, fortificata vieppiù dalle indicazioni che il Papa ci ha suggerito.

Tatiana Gammacurta

 

                                

 

“GRAZIE” E “ARRIVEDERCI”

A voi, fratelli e sorelle della comunità cristiana di Montesolaro, che quest’anno ci avete accolto nei pomeriggi domenicali vorremmo confidare due parole che nascono dal nostro cuore.

La prima è “GRAZIE”. E’ stato infatti un grande dono incontrarvi. Dirvi questo non è per noi una pesante o dovuta formalità da adempiere ma una sincera lettura nella fede di un incontro che c’è stato. Vorremmo ora esplicitare alcuni motivi della nostra gratitudine.

GRAZIE”, anzitutto, per il vostro esempio di fede vissuta nella concretezza della realtà.

GRAZIE” perché con il vostro in chiesa, il vostro pregare più o meno consapevole siete una provocazione per il nostro cammino di uomini che hanno accolto la vocazione cristiana.

GRAZIE” perché l’incontro settimanale con voi purifica la nostra mente dalle sue aspettative e visioni illusorie circa la realtà.

GRAZIE” in particolare ai ragazzi dell’oratorio. Abbiamo condiviso tanto quest’anno, ci siamo aiutati a pregare ed a giocare. E’ stato bello vedervi contenti. La vostra vitalità ha saputo guarire alcune nostre tristezze e sofferenze ridonandoci gioia e voglia di vivere. Vi conserviamo nel nostro cuore e preghiamo per voi affinché cresciate sempre più nell’amicizia con Gesù: l’unica cosa davvero importante.

La seconda parola che ci sentiamo di consegnarvi è “ARRIVEDERCI”. Ci aspetta un tratto di viaggio insieme. Vi chiediamo con umiltà di accompagnarci con la vostra preghiera ed il vostro affetto perché la nostra presenza tra voi possa essere sempre più evangelica ed evangelizzatrice. Sentiamo il nostro essere seminaristi tra voi come un esempio per tutti della radicalità della vocazione cristiana. Aiutiamoci dunque vicendevolmente a diventare ciò che, per dono di Dio, siamo chiamata ad essere.

Davide & Marco

I seminaristi della domenica

 

                                 

 

CARI RAGAZZI DI III MEDIA VI SCRIVO ...

Cari ragazzi e care ragazze di terza media,

è nata l’esigenza di scrivere un articolo sul vostro gruppo in quanto 14enni preparati e coinvolti dalla Professione di fede; ovviamente mi sono offerta visto che vi conosco ormai da tre anni!

Mi è sembrato carino scrivere questo articolo sotto forma di lettera, come quando si scrive agli amici, a qualcuno a cui ci si affeziona, a qualcuno con cui si condividono esperienze ... insomma una lettera a voi,ragazzi di catechismo!!!E sono sicura che, dopo tre anni di cammino insieme, condivideranno i miei semplici pensieri anche Cristina e Alice che, con me ogni martedì, vi ... “sopportano”!!!

Ora veniamo alle parte seria: dopo il Meeting di Primavera che abbiamo piacevolmente vissuto il 3 maggio a Mariano e l’incontro stupendo con il Cardinale al Sacro Monte di Varese(17 maggio) abbiamo “corso” la tappa più attesa,  la PROFESSIONE DI FEDE di domenica 8 giugno.

E’ stata una conclusione “alla grande” per chi come voi, ha fatto un cammino insieme e si è preparato a “spiccare il volo” nel mondo meraviglioso e complicato dell’adolescenza!

In questi 3 anni alle medie, il catechismo ci ha proposto spunti per riflettere a partire da noi stessi, dalle nostre esperienze diverse, dal vostro essere preadolescenti,dal nostro essere cristiani ... abbiamo avuto tante possibilità per dialogare e confrontarci tra noi e con i contenuti del catechismo stesso. Diciamo la verità ragazzi!!!E’ stata dura ... non sempre (raramente?) si è stati capaci di sfruttare occasioni così belle per dire il proprio pensiero, che non deve essere necessariamente uguale a quello degli altri,per capire e capirci di più, per interiorizzare l’amicizia di Gesù ... in fondo Lui “Vi ha chiamato amici” ( ricordate il titolo del catechismo?) ... non sempre (raramente?) si è vissuta l’ora di catechismo come si sarebbe dovuto, nel rispetto e nello scambio reciproco ... sono cose che dobbiamo riconoscere!!O meglio ... che ognuno di noi dovrebbe riconoscere!!!

E’ vero anche che, guardando il rovescio della medaglia, dobbiamo ammettere che la presenza è stata assidua, la  partecipazione alle attività entusiasta e vivace, anche se alternata a momenti di noia e disinteresse ... atteggiamenti contrastanti e tipici della vostra età!!!

Insomma un percorso faticoso e, allo stesso tempo affascinante ... comunque degno di essere intrapreso ... e vissuto come dono!

Poi la parte più difficile, ma anche la più affascinante: la SCELTA!!

La scelta di essere sempre più “testimoni della vostra amicizia con Gesù” in famiglia, a scuola, con gli amici e in tutti gli ambiti della vita in cui farete esperienze.

Avete scelto, vivendo la Professione di fede, di impegnarvi in qualche servizio in parrocchia, consapevoli dell’impegno che vi assumerete, di vivere al meglio la S. Messa e il catechismo degli adolescenti ... non sono cose da niente!!

Non sono state scelte semplici, anche perchè vanno un po' controcorrente e, non pensarla come il resto del gruppo, alla vostra età, è davvero difficile; io però ho fiducia in voi, nell’azione dello Spirito Santo che agisce in voi e nell’entusiasmo dell’età!!!

Siete stati chiamati a scegliere, cari ragazzi, di “diventare grandi” ... non solo nel fisico e nei cambiamenti tipici dell’età ... ma soprattutto come cristiani!!!

Vi auguro di cuore, visto il bene che vi voglio ( che è pari alle arrabbiature che mi avete fatto prendere ... cioè parecchio!) di diventare degli adolescenti che, con entusiasmo e desiderio di far bene, sappiano essere veri testimoni di Gesù!!!                                                          

 BORGHI URSULA

 

                                 

 

I BIMBI DELLA PRIMA COMUNIONE DICONO CHE…

 

Nel giorno della mia Prima Comunione ho provato dentro di me: la gioia, la salvezza, l’amore e la serenità ricevendo Gesù per la prima volta.

Il momento che più mi ha emozionato è stato quando ho ricevuto l’Eucarestia perché ho sentito dentro di me una nuova forza.

Da quando ho ricevuto Gesù mi sento più serena. La gioia che provo vorrei poterla comunicare a tutti.

Secondo me la Santa Comunione è stata un’esperienza molto emozionante perché mi batteva il cuore molto forte, in quei momenti ho raccomandato a Gesù i miei cari e la pace nel mondo.

Mi è piaciuto far la Prima Santa Comunione perché Gesù è entrato in me attraverso l’ostia che consacrandosi è diventata il Corpo di Gesù.

Nel giorno della mia Prima Comunione ero molto felice perché per la prima volta nella mia vita ho ricevuto Gesù nel mio cuore e prometto che non lo lascerò andare e lo terrò stretto con me per sempre.

Per me ricevere la Prima Santa Comunione  significa iniziare un cammino di fede cristiana.

Dopo tanta attesa, quando ho ricevuto il Corpo di Cristo, mi sono sentita piena di amore e traboccante di gioia.

La Comunione è stata la cosa più bella.

Alla mia Prima Comunione ero emozionato perché sapevo di ricevere Gesù nel mio cuore, sapevo anche che sarebbe stato un giorno indimenticabile.

 

                                 

 

MESE DI GIUGNO, MESE DEDICATO AL SACRO CUORE

 

                                 

 

UNA “VITA” PER UN CORO

La corale S. Cecilia è una costante, felice, degli ultimi 80 anni della nostra Parrocchia. Infatti, dopo la sua nascita, collocabile attorno al 1920 dietro decisa iniziativa di Don Vittorio Bonacina, essa ha accompagnato noi e le nostre celebrazioni liturgiche più importanti fino ad oggi, anno di grazia del nuovo millennio 2003.

Alla sua stabile direzione si sono avvicendati, piccolo record in un così lungo arco temporale, solo 3 soggetti. Luigi Montorfano e Carlo Porro, che ricordiamo con affetto, oltre ad Antonio Fumagalli.

Quest’ultimo, assunto l’incarico nel 1970, ha diretto le gentili e potenti ugole del nostro Coro per ben 32 anni, ovverosia fino alle Sante Missioni tenutesi nel 2002.

E lo ha fatto con vigore e passione: tutti noi che abbiamo assistito alle sue direzioni, non possiamo non avere ben impresse nella mente le sue inconfondibili mimiche e gesti perentori volti ad ottenere dai coristi il miglior risultato d’insieme possibile.

Lo ha fatto con la competenza necessaria al delicato ruolo di guida musicale: prima, durante la seconda Guerra Mondiale, gli fece da precettore il Maestro Renzo Guanziroli di Cantù, poi, terminati i giorni bui, l’illustre Maestro Monsignor Ilario Ceccotti lo ebbe come allievo all’Accademia Ceciliana di Como, quindi gli aggiornamenti personali, tramite convegni ed assemblee in ambito canoro, completarono la sua riconosciuta preparazione.

Lo ha fatto anche con spirito innovativo: nella memoria di tutti i coristi partecipanti rimangono i vari congressi delle Scholae Cantorum S. Cecilia, tenutisi a Roma come a Tortona, a Genova come a Milano, a cui anche la nostra corale ha preso parte proprio nel periodo in cui Antonio Fumagalli né è stato il direttore.

Egli ha condotto il Coro, composto, nel tempo, da almeno 25 elementi fin oltre 40, sulle note espresse sia dal vecchio organo del ‘700 situato nell’originaria Chiesa parrocchiale, sia da quello che dal 1988 abbellisce l’odierna principale Casa Liturgica.

E proprio in occasione del concerto d’organo tenutosi lo scorso 13 Aprile, concerto in cui, grazie alla nota bravura del Maestro Alessandro Bianchi, il potente strumento della nostra Chiesa ha saputo spiegare prepotentemente le ali, tutti i membri della nostra corale S. Cecilia hanno voluto dedicargli con affetto una targa a ricordo dell’ultratrentennale dedizione al gruppo.

Che con Antonio Fumagalli alla testa ha saputo togliersi parecchie soddisfazioni, riscuotendo l’ammirazione degli addetti ai lavori. Le stesse che, sicuramente, esso otterrà avendo alla direzione la Prof.ssa Tiziana Fumagalli.

Figlia di Antonio, segno di continuità quindi, ma non certo nuova guida del Coro S. Cecilia di Montesolaro per diritto ereditario, bensì per conclamate capacità in campo musicale e per la maturata esperienza di direzione di cori d’alto livello.

Ruggero Fumagalli  

 

                                 

 

HO CERCATO DIO

Ho cercato Dio con la mia lampada così brillante che tutti me la invidiavano.

Ho cercato Dio negli altri. Ho cercato Dio nelle piccolissime tane dei topi. Ho cercato Dio nelle biblioteche.

Ho cercato Dio nelle università.  Ho cercato Dio col telescopio e con microscopio.

Finché mi accorsi che avevo dimenticato quello che cercavo. Allora, spegnendo la mia lampada, gettai le chiavi, e mi misi a piangere... e subito, la Sua Luce fu in me...

(Angelus Silesiius)