RELAZIONE ANNUALE PARROCCHIA BEATA VERGINE ASSUNTA MONTESOLARO –
ANNO 2001 –
All’inizio di questa mia relazione sull’anno
che si è concluso, vorrei mettere questo pensiero di fondo che mi sembra
estremamente fondamentale, importante.
La nostra Comunità cristiana avverte un costante bisogno dell’annuncio di Cristo e dell’incontro con Lui, nell’ascolto della sua Parola, nella Eucaristia e nella Carità.
Mi auguro, dunque, una più ampia coscienza
apostolica; mi auguro che cresca un più generoso spirito missionario nel cuore
di tutti i parrocchiani.
Se siamo cristiani seri, non possiamo non percepire l’urgenza della chiamata ad essere testimoni del Signore dove Lui ci chiama a vivere, nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, in mezzo a questa nostra società.
Questo è quanto continua a dire il Papa nei suoi frequenti interventi con estrema chiarezza e con indomita tenacia: “Prendete il largo! Portate l’annuncio del Vangelo nelle case, negli ambienti, nei quartieri: Ogni comunità cristiana deve essere scuola di preghiera e palestra di santità; deve essere una famiglia di famiglie, dove l’accoglienza del Signore e la fraternità vissuta attorno all’Eucaristia si traducono nello slancio di una rinnovata evangelizzazione”.
Già nella Messa di ringraziamento di fine anno ho messo in evidenza alcuni elementi di rilievo come occasione preziosa del tempo e della vita che il Signore ci ha dato in dono e come possibilità, come attenzione e lavoro per favorire giorni di serenità e di pace tra noi.
· La consegna della Lettera Apostolica “Novo millemnio ineunte”.
Riflettendo su questa Lettera i nostri vescovi hanno già steso un documento esplicativo e programmatico: documento che offre orientamenti pastorali in prospettiva per il decennio innanzi a noi.
Il tema del documento è già indicato nel titolo: “Comunicare il vangelo in un mondo che cambia”. Questo documento include la prospettiva della missione e ne privilegia il compito. Invita cioè a dare prima di tutto, uno sguardo realistico al contesto socioculturale nel quale ci troviamo e quale siamo chiamati ad offrire la nostra testimonianza.
Dicono i Vescovi: si tratta di scorgere “l’oggi di Dio” e le sue attese su di noi. Offrono indicazioni su quella “conversione pastorale” che è richiesta dalla chiamata a servire l’annuncio del Vangelo oggi. E dicono: “Il Papa sospinge la Chiesa ad affrontare il nuovo millennio con piena fiducia nella presenza di Cristo risorto, con il coraggio che ci è donato dall’azione decisiva dello Spirito Santo.
Con il Papa anche noi vogliamo “andare al largo”, salpare senza paura, non temere la notte infruttuosa, riprendere con fiducia la pesca. Vogliamo soprattutto dare gloria a Dio. Essergli profondamente grati. Attraverso l’incarnazione di suo Figlio, il cui mistero abbiamo contemplato in questo tempo di Natale, Dio Padre ha deposto nel grembo della Chiesa il seme di una speranza che non delude; anzi ci ha resi capaci di ravvivare la speranza di ogni uomo. Questo è ciò che, umilmente e senza tentennamenti, come comunità cristiana, vogliamo assumere come impegno per i prossimi anni, questa è la rotta da seguire, il cammino da percorre nel futuro davanti a noi!
· Il secondo elemento che ho ricordato nella Messa di fine anno è che ognuno deve prendere coscienza che il male nel mondo e nella storia dell’umanità c’è; è una realtà concreta con la quale abbiamo purtroppo a che fare.
È il “misterium iniquitatis” di cui ha parlato
il Papa nel messaggio per la pace di quest’anno! Riferendosi al fatto successo
l’11 di settembre a New York ebbe a dire: “In quel giorno fu perpetrato un
crimine di terribile gravità: nel giro di pochi minuti, migliaia di persone
innocenti furono orrendamente massacrate”. Fu l’esplosione dell’azione del
demonio!
“Da allora, la gente in tutto il mondo ha sperimentato con intensità nuova la consapevolezza della vulnerabilità personale ed ha incominciato a guardare al futuro con un senso di intima paura.
Di fronte a questi stati d’animo la Chiesa
desidera testimoniare la sua speranza, basata sulla convinzione che il male non
ha l’ultima parola nelle nostre vicende. La storia della salvezza, delineata
nella Sacra Scrittura, proietta grande luce sull’intera storia del mondo,
mostrando come questa sia sempre accompagnata dalla sollecitudine misericordiosa
e provvida di Dio. Lui conosce le vie per toccare gli stessi cuori più induriti
e trarre frutti buoni anche da un terreno arido ed infecondo”.
Questa speranza deve sostenere ciascuno di noi, tutta la nostra comunità! Là dove il potere del male sembra ancora una volta avere la meglio, noi crediamo comunque in una sua trasformazione; siamo convinti che le aspirazioni più nobili del cuore umano, con la grazia di Dio, possono essere soddisfatte.
Sappiamo per fede che il Signore ha vinto la morte e ha vinto il male! Ce lo ha detto esplicitamente Gesù nel Vangelo: “Le forze dell’Inferno non prevarranno!”
Vorrei
però con scioltezza ed agilità rivisitare l’anno pastorale trascorso facendo
emergere alcuni elementi di fondo, meritevoli di attenzione.
· La nostra Comunità ha vissuto un altro anno liturgico. Dice il Sinodo: “L’anno liturgico deve configurarsi come itinerario di fede aperto a tutti, per diventare una proposta organica di rinnovamento comunitario, quasi una scuola popolare di fede e di formazione permanente. È perciò compito di una saggia programmazione pastorale fare dell’anno liturgico il punto di riferimento più alto per il cammino dell’intera comunità cristiana” (Sin. 47° n. 64 §.2-3).
Posso dire che la nostra comunità ha questa attenzione: fare dell’anno liturgico una scuola di fede e di formazione permanente! Da noi, i vari tempi dell’anno, sono oggetto di attenta e curata programmazione, un vero cammino dietro a Gesù la cui vita è scuola per la nostra vita.
Un Gruppo liturgico quando è vivace e funziona, svolge uno dei servizi più grandi ed urgenti all’interno della Comunità! Più grande perché è servizio diretto alla lode di Dio e alla santificazione delle anime; più urgente perché in una comunità cristiana la Messa festiva è praticamente il tutto e l’unico momento in cui i battezzati si riuniscono.
Chiedo perciò agli adulti più attenti e ai giovani più intelligenti di prestarsi con responsabilità e continuità per un servizio alla Messa festiva. Le nostre liturgie sono generalmente curate. C’è consapevolezza che è proprio attraverso le celebrazioni che l’evento creduto si fa esperienza di vita cristiana nella realtà quotidiana.
Ringrazio le singole persone che generosamente coprono i vari ministeri nelle celebrazioni: Ringrazio i miei quaranta chierichetti, il gruppo dei lettori, i componenti le due corali con i loro maestri ed organisti. Ringrazio chi attende alla pulizia della chiesa, alla sistemazione dei fiori e al decoro della casa di Dio.
Quanti partecipano alle varie liturgie, abbiano spirito di fede profonda, disponibilità al coinvolgimento, fiducia e confidenza nell’incontro con il mistero. Si viene in chiesa per pregare, per ascoltare la Parola; non per chiacchierare! La Messa non è celebrata solo da chi presiede; è tutta la comunità coinvolta nella celebrazione. Gesù ha istituito l’eucaristia e l’ha consegnata alla comunità!
Carissimi, i classici dell’antichità, a proposito della preghiera, di null’altro erano preoccupati se non di questo: fare in modo che “la mente concordi con la voce” (Regola di San Benedetto). Già prima Sant’Agostino aveva affermato: “Al movimento superficiale delle labbra deve accompagnarsi quello profondo dei pensieri, della volontà e degli affetti: diversamente tutto si riduce ad un suono vuoto di formule”.
Il Signore Gesù non abbia a rimproverare anche noi sul modo di pregare, come rimproverò i farisei allorquando citò Isaia: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me!”
· Numerosi sono stati i momenti programmati per l’ascolto della Parola durante l’anno passato. Non è forse vero che la fede viene dall’ascolto della Parola? In questo contesto mi è spontaneo pensare alle proposte catechetiche organizzate per la comunità.
Penso alla predicazione che viene offerta durante le celebrazioni liturgiche nei giorni feriali e nelle domeniche; ai momenti forti, come le celebrazioni dei sacramenti, i riti delle esequie. Penso alle giornate eucaristiche delle Sante Quarantore, alla settimana degli Esercizi Spirituali in parrocchia, ai quaresimali del venerdì sera. Come poi dimenticare le catechesi proposte dall’Arcivescovo via radio e gli incontri mensili dei Gruppi di Ascolto nella varie case di accoglienza? E ancora penso alla Scuola della Parola per i 18/19enni e giovani del decanato e agli incontri di riflessione e di preghiera per gli adolescenti. Ed infine alle mezze giornate di ritiro puntualmente organizzate nei tempi più significativi dell’anno liturgico per i nostri ragazzi delle elementari e medie.
Davvero la proclamazione della Parola è risuonata abbondante e generosa nella nostra comunità! Si tratta di aprire il cuore a questa Parola. Questo è il punto! Dio parla! Dio parla ancora! Spalanchiamo a Lui la porta del nostro cuore così che la Sua luce abbia ad illuminare i nostri cammini!
Posso dire, carissimi parrocchiani, che il vero peccato è proprio questo: non accogliere Gesù, non accogliere il Vangelo, non frequentare la Parola di Dio; non custodirla nel nostro cuore. Amara e triste è l’espressione dell’evangelista Giovanni che abbiamo riascoltato in questo tempo di Natale! “Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto!” Il vero peccato sta qui!
Aggiungendo poi la frase: “a quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio!” l’evangelista apre come uno squarcio di luce che, strepitoso miracolo, dà pieno significato all’esistenza e alla vita.
C’è poi, per i generosi, la possibilità di fare, ogni giorno, personalmente la “Lectio divina”, modo concreto per nutrirsi del Vangelo. Questa “Lectio” è metodo efficace e fecondo di preghiera perché dispone a “lasciarsi trasformare interiormente dalle sante Scritture”. Quanti tra i miei parrocchiani praticano la “lectio divina”?
Anch’io, con l’Arcivescovo, dico: “Ti benedico, Signore, per coloro che hanno ascoltato la Tua parola insieme con me e attraverso il mio umile ministero. Ti lodo per la terra buona dove è caduto il seme del Vangelo producendo il trenta, il sessanta ed anche il cento per uno. Sento di poter dire che la Tua Parola veramente illumina e riscalda, ci parla e mi parla nell’oggi della vita, mi spinge e ci spinge sui sentieri del tuo Regno. Per il miracolo della tua Parola, inesauribile nutrimento di fede, lascia che ti ringrazi, Signore! Per il fuoco che essa ha fatto ardere nel mio petto e nel petto di tanti, ti benedico, mio Dio! Perché è stata per me e per tanti Parola di vita eterna, che ha alimentato la fede, ha tenuto accesa la speranza, ha nutrito la carità anche in ore difficili, ti rendo grazie Signore! Lampada ai miei passi è stata la tua Parola. Ti rendo grazie per quel tanto di luce, che di volta in volta hai voluto concederci perché procedessimo nell’umiltà e nella verità, nella consolazione spirituale e nella speranza”.
È questa una espressione contenuta nella Lettera apostolica del Papa “Novo millemnio ineunte” che io prendo e qui applico in riferimento alla nostra comunità chiamata a dare una testimonianza vera nell’esercizio della carità.
Dice il Papa: “Se ripartiamo dalla contemplazione di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattutto nel volto di coloro con i quali egli stesso ha voluto identificarsi: cioè nei poveri. Nei poveri c’è una presenza speciale di Gesù!”
È proprio Gesù a chiederci di preferire, di scegliere i poveri. Attraverso questo comportamento si testimonia lo stile dell’amore di Dio, la sua provvidenza, la sua misericordia.
Lo scenario delle povertà presenti nella nostra società oggi, sembra allungarsi all’infinito. Alle vecchie povertà, conosciute da tempo, si aggiungono oggi quelle nuove povertà che investono anche ambienti e categorie non prive di risorse economiche. Il cristiano, facendo suo l’atto di fede in Cristo, ne raccoglie l’appello. Un appello che proviene da questo mondo di povertà. Compie così generosi gesti di carità, perché sa bene che “il denaro vale meglio speso per il pane dei poveri che non rinchiuso nelle casse dei ricchi!” Lo diceva a suo tempo Sant’Ambrogio: ”Bada bene di non rinchiudere nei tuoi forzieri la salute del povero e di seppellirvi, come in una tomba, la sua vita”.
Scommettere dunque sulla carità, battendo sì strade nuove con fantasia e creatività, senza però allontanarsi dallo spirito del Vangelo! Ha detto il Papa: “Conosce i poveri colui che si mette a servirli in ginocchio!”
Diamoci da fare: i poveri, nella nostra comunità, devono sentirsi come in casa propria. E ognuno si convinca che la carità delle opere è quella che assicura una forza inequivocabile alla carità delle parole.
La nostra Comunità è cresciuta in una più viva coscienza di solidarietà e ha dimostrato, lo scorso anno, disponibilità nell’aiutare chi è nel bisogno ridonando fiducia e dignità.
Momenti educativi per la formazione ad una coscienza di solidarietà non sono mancati lungo l’anno; né sono mancate occasioni e stimoli per una apertura generosa agli altrui bisogni. Generosi nel dare materialmente, ma generosi anche nel prestarsi, cioè nel mettersi a disposizione donando tempo, capacità e professionalità.
Oggi urgono e sono davvero importanti queste modalità di presenza caritativa: mettersi a disposizione nei vari gruppi parrocchiali, per compiere servizi preziosi: insegnare il catechismo, entrare nelle corali per l’animazione del canto liturgico, sostenere le iniziative e le attività dell’Oratorio, compiere visite periodiche agli ammalati e agli anziani, favorire l’attività sportiva per la crescita di una gioventù sana nei principi e nei valori, vigilare sugli spazi, tenere in ordine e pulite le proprietà della parrocchia, sostenere le necessità e le urgenze materiali all’interno della stessa.
Sull’onda di queste indicazioni potrei continuare ancora la lunga lista. Ringrazio il Signore di vedere buona partecipazione e buona disponibilità da parte di molti fedeli che vedo prestarsi sia per il bene spirituale come per quello materiale.
L’importante è che ognuno si senta coinvolto e faccia la sua parte, sentendosi nella comunità come a casa sua e voglia collaborare per la crescita ed il bene comune.
Siamo vicinissimi ormai a questo importante evento che il Signore, nella sua bontà, ci dà modo di celebrare: mancano solo due settimane!
Le Missioni popolari ritornano nella nostra parrocchia dopo undici anni. Costringono ad una profonda verifica circa la pratica del nostro agire cristiano. Mirano a suscitare e a favorire in ciascuno e nella comunità uno slancio ed un comportamento di vita cristiana seria e generosa, aperto alla dimensione missionaria, capace cioè di testimonianza e di esempio.
Essendo noi figli di questo tempo riconosciamo la fragilità dovuta al nostro essere soli e vuoti, rumorosi ed insensati, inevitabilmente idolatri.
Chiederemo nella nostra insistente preghiera il dono di venire liberati dai tanti idoli per aprirci al generoso ascolto dell’unico Signore.
La celebrazione delle Missioni aiuterà a scoprire la bellezza dello stare insieme, comunità cristiana di Montesolaro. Sarà una chiamata forte perché noi si abbia a convincerci della necessità di abbracciare la vita nuova di Gesù risorto, attraverso i delicati passaggi della conversione del cuore, del perdono ai fratelli, della speranza in Dio.
Vedo in queste Missioni una grande occasione per rilanciare il nostro modo di pregare e di celebrare.
Vedo la possibilità di una ulteriore presa di coscienza sulla necessità di ripartire dalla Parola, la sola che può gettare luce e senso sul nostro vivere.
Riconosco, in queste Missioni, l’opportunità di ricondurre la pratica della nostra vita cristiana alla verità del Vangelo che salva!
Perciò, carissimi, il mio augurio? Partecipare bene a tutte le proposte che i Padri rivolgeranno. Non manchi lo spirito di sacrificio. Rispettiamo gli appuntamenti : è il Signore che passa in questi giorni delle Missioni!
Volesse il cielo che da questo momento forte, per
noi e per tutta la comunità, avesse a spuntare un frutto generoso, una
consolazione grande, una benedizione divina, una grazia bene augurante per
ciascuno, per la nostra comunità e per la Chiesa intera.
Nella accorata e sincera nostra preghiera: “Indicami la Tua via, così che io ti conosca!”, il Signore risponderà prontamente: “Io camminerò con te e ti darò riposo”.
Nel corso del 2001 la nostra Comunità si è impegnata nel portare avanti la realizzazione del salone polifunzionale di via Madonnina. Un anno importante quello del 2001! La struttura del salone è in piedi nei suoi elementi essenziali, con i suoi muri, con i suoi piani con il suo tetto e la sua copertura. Si deve ora procedere al completamento interno ed esterno dell’opera. C’è ora da attrezzare il tutto con gli impianti e la sua sistemazione definitiva. Questa avverrà nel corso del 2002 a fasi progressive e programmate.
Una prima indicazione su quanto è da fare prossimamente viene data dal tecnico sulle pagine di codesto bollettino.
A tutt’oggi la nostra Comunità ha già pagato la somma di £ 647.000.000.
Il cammino è ancora lungo, ma la volontà di arrivare al traguardo è forte e decisa.
Ringrazio i parrocchiani che sostengono il procedere dei lavori con la costante periodica offerta, dimostrando di condividere il sacrificio e la gioia di un’opera che certamente offrirà possibilità di numerose iniziative e nuove aggregazioni all’interno della Comunità.
E ringrazio la Commissione Economica Parrocchiale che affianca il parroco sulla vigilanza del procedere regolare e corretto dei lavori.
Il Gruppo Sportivo nel corso del 2001si è impegnato in uno sforzo straordinario per il rinnovo e il miglioramento dei campi sportivi della parrocchia di Montesolaro.
È stato totalmente rifatto il terreno di gioco del campo a “sette”, con i relativi impianti fognari ed elettrici, sono stati rifatti i relativi muriccioli e le recinzioni. È stata installata la nuova illuminazione presso il campo da tennis. Si è intervenuto per una manutenzione straordinaria sul campo da calcio a “undici”, effettuando anche un apposito drenaggio.
L’insieme di questi investimenti ha comportato una spesa di quasi cento milioni, a cui si è potuto far fronte grazie alle numerose iniziative organizzate dal Gruppo Sportivo nel 2001.
I programmi di spesa per il 2002 ci vedono impegnati nel sostenimento delle spese per la progettazione e per l’arredo dei nuovi spogliatoi in via di costruzione.
Sento ancora di ringraziare il Consiglio d’Oratorio, i papà volonterosi e gli animatori che, con il permesso del parroco e della Commissione economica hanno provveduto a restaurare l’interno del bar a proprie spese con spirito e volontà fortemente gratuita e collaborativi.
Al di là del risultato, oltretutto brillante e riuscito, (i locali sono ridiventati nuovi ed accoglienti, luminosi e funzionali) la cosa bella che ho visto, è stato il coinvolgimento di persone che hanno dimostrato di amare l’Oratorio e di credere nel suo valore aggregativo e nella sua capacità educativa. Queste persone hanno affrontato non pochi sacrifici, donando tempo, soldi e professionalità perché i ragazzi di Montesolaro avessero un ambiente decoroso ed un ritrovo accogliente la domenica pomeriggio con i loro genitori.
Questi aspetti della pastorale sono stati portati avanti da Caritas, Oratorio, Gruppo Catechesi e Gruppo Sportivo attraverso l’iniziativa Operazione S.O.S. 2001 – Ogni Figlio è Parola – Nell’ambito di questo cammino ci si è adoprati per educare la Comunità alla missionarietà e alla gratuità.
L’intento di fondo era: aiutare la popolazione del Burundi, paese molto povero dove opera come missionario laico il nostro parrocchiano Lino Bianchi.
Diverse le iniziative svolte: mercatini per il commercio equo solidale, la Festa della Comunità 2000-2001, Campi di lavoro a Montesolaro e ad Appiano Gentile presso la fattoria del Vispe, la vendita di uova e di colombe a Pasqua, raccolta di figurine per i ragazzi dell’Oratorio durante la Quaresima, l’iniziativa “Semina la Vita” ed infine, il torneo di calcio “Trofeo Beata vergine Assunta” dello scorso mese di luglio.
Tutto questo fermento di iniziative ha fruttato una raccolta di denaro pari a 32.900.000 lire consegnati a Fratel Lino per l’ospedale a Mutoy.
Non bisogna dimenticare poi l’iniziativa delle “Adozioni a Distanza” nei confronti dei bambini del Burundi. Nella nostra parrocchia cento anziani da qualche anno portano avanti questa iniziativa versando cinquemila lire al mese per questo obiettivo ricavando una somma che supera di poco i sei milioni.
Non si deve dimenticare dell’anno 2001 il grave furto subito nel mese di febbraio: l’asportazione delle due porte in noce dell’armadio datato 1700 e situato nella chiesa vecchia. Questo armadio tra l’altro era stato da poco restaurato, rimesso a nuovo dai nostri esperti volontari. Quel furto fu un grave danno. A tutt’oggi il mobile attende ancora di essere sistemato e speriamo che volontari si prestino a ripararne il vistoso danno.
Porro Paola
Moscatelli Anna
Epifanio Stefano
Fumagalli Giulia
Branchi Giulia
Lioy Virginia
Saraceno Chiara Maria
Cavaliere Cristian
Fumagalli Pietro
Moscatelli Serena
Libralato Laura
Moscatelli Anastasia Maria
Nava Elisa Maria
Colombo Lorenzo
Di Stasi Alessia
Orsenigo Alice
Camassa Thomas
Caronni Rosa
Bozzetto Joles
Toppi Rinaldo
Molteni Maria
Bianchi Suor Benigna
Parolo Luigi
Seveso Teresa
Romanò Antonio
Rigamonti Giuseppe Arnaldo
Moscatelli Teresa
Scotti Marisa
Tagliabue Angelo
Bianchi Maria
Maffina Francesca Marianna
Marelli Gianpiero con Proserpio Cristina
Bossi Marco con Porro Stefania
Colombo Ivan Giuseppe con Arnaboldi Chiara
Frisina Daniele con Bossi Elena
Corbetta Gianluca con Rota Raffaella
Orsenigo Ivano con Colombo Barbara
“Cenere
sul mio capo in questo giorno santo memoria delle cose.
Mi
toglierò la maschera che mi nasconde l’anima e mi vedrò nudo come quando
venni al mondo. E mi ricorderò che … sono polvere” (V. Iannuzzi)
Trovarmi
a scrivere un articolo sulla Quaresima subito dopo le vacanze natalizie (per
esigenze organizzative del Bollettino) mi sembra un po’ assurdo, ma
quest’anno non abbiamo avuto il tempo di lasciare la via di Betlemme che già
ci troviamo a percorrere quella del Calvario, infatti la Pasqua si celebrerà il
31 marzo.
La
nostra comunità parrocchiale, dopo l’intenso periodo delle Sante Missioni,
partirà subito domenica 17 febbraio con la Quaresima, periodo di preghiera
intensa, di rinunce e di propositi in preparazione alla Santa Pasqua.
Guardando
il calendario riporto gli appuntamenti più importanti di questo tempo di
Quaresima, ricordando che orari, indicazioni ed altri particolari eventi li
troveremo poi sul foglio degli avvisi di domenica in domenica.
Ecco
dunque gli appuntamenti:
-
QUARESIMALE:
tutti
i venerdì sera
-
ESERCIZI SPIRITUALI:
dal 18 al 23 marzo
-
CATECHESI ARCIVESCOVO:
tutti i martedì sera via radio
-
GIORNATA AMICI GABBIANO:
24 marzo, domenica delle palme.
Durante
le 5 settimane sono in programma i ritiri per le classi elementari e medie,
alcune proposte del g.a.g. e un appuntamento quotidiano per la recita dei
vesperi in cappellina dell’oratorio.
Come
si può notare, quindi, gli appuntamenti sono tanti e forse ci saranno altre
proposte che al momento non sono in programma; tutti questi momenti però
mettono in luce l’importanza di una preparazione alla Pasqua improntata sulla
preghiera e sull’ascolto.
Non
ci resta altro che cercare di vivere questa Quaresima al meglio, visto che le
occasioni non mancano, affichè la Pasqua sia per tutti un giorno dove … “la
luce del mattino effonde palpiti di vita e la speranza irrompe nel cuore della
terra”.
NOTE A MARGINE DELLE MISSIONI
Lorena, 11 anni il prossimo 15 marzo, vivrà per la prima volta l’evento della Missione Parrocchiale. È nata infatti 12 giorni dopo la conclusione delle ultime missioni tenute in parrocchia, esattamente dal 16 febbraio al 3 marzo del 1991. Per spiegare a lei il significato di giorni densi di preghiere e ascolto della Parola, mi riallaccio a quello che continuamente va ripetendo Don Luigi e cioè come questo periodo deve costituire un momento forte di crescita per tutta la comunità. Non so se Lorena ha compreso, comunque continua chiedendomi il motivo per cui questo periodo forte capita ogni dieci anni nelle parrocchie. Rispondo che ciò dovrebbe essere l’ideale e che comunque noi di Montesolaro siamo fortunati rispetto ad altri in quanto, nelle tradizionali scadenze quasi decennali, riusciamo ad avere presenti i sacerdoti predicatori. La curiosità di Lorena mi dà lo spunto per stendere, senza nessuna velleità, un po’ di storia di queste ricorrenze. Andando a ritroso nel tempo, nel 1991, nel periodo indicato sopra, i padri di Rho “risvegliarono” le coscienze ammonendo i fedeli sulla necessità di essere tutti, come singoli e come comunità, annunciatori e testimoni di Gesù. Il mandato conclusivo che riportava la scena dei discepoli di Emmaus dipinta da Caravaggio, sintetizzava lo spirito soffiato in quei giorni. Quella è ricordata anche come la “Missione della radio” perché la voce dei sacerdoti giungeva in tutte le case grazie all’apparecchiatura installata su una roulotte, sistemata nel parcheggio antistante la chiesa e magistralmente animata da padre Andrea Asiani. Nel 1979, 11 anni e passa prima del 1991, le Missioni si tennero dal 4 al 18 novembre e sono da ricordare perché la celebrazione conclusiva fu presieduta dal cardinale Giovanni Colombo, venuto a Montesolaro a visitare per la prima volta la nuova chiesa. La meditazione dei padri di Rho fu così riepilogata da Don Pierangelo: “profonda, che ha richiamato verità eterne e che ha messo in crisi la vita di ogni singola persona”. Il mandato riproduceva l’immagine della B. V. Maria Addolorata conservata nel santuario rhodense e riportava i propositi lasciati come impegno: partecipazione attiva alla S. Messa, preghiera quotidiana, istruzione nella fede. Sempre Don Pierangelo, che aveva il pallino delle statistiche, aveva fornito questi dati sulla presenza: ragazzi e ragazze 98%, giovani e adolescenti 95%, donne 85%, uomini 75%. La prima Missione di quel parroco si tenne dal 7 al 22 dicembre 1968 ed in parrocchia giunse un giovane predicatore, Don Asiani. Fu la prima predicata a stretto contatto coi fedeli, senza la barriera del pulpito dove era solito salire il sacerdote. Fu anche la Missione del rinnovamento in quanto i padri portarono la novità dei canti rinfrescando un repertorio ormai inadatto per i tempi. Il solito mandato conclusivo semplicemente evidenziava questi propositi: prega il Signore, ama i fratelli, vivi nella Chiesa. Fin qui arriva la memoria del cronista, per completare l’informazione bisogna chiedere aiuto al LIBER CHRONICHUS redatto da Don Vittorio Bonacina, autentica cronistoria della vita parrocchiale di quegli anni. Nel 1958 le Missioni furono predicate dai padri Passionisti e tutta la popolazione “ne cava frutti preziosi”. Le precedenti si tennero nella seconda metà del mese di febbraio 1945 e la predicazione toccò ai padri Camilliani ed “il popolo le ha frequentate lodevolmente ascoltando con passione le 4 prediche quotidiane”. Nel febbraio del 1936 vennero i Passionisti ed anche qui “il popolo è intervenuto al completo con passione sì da sentir forte rammarico alla loro dipartita”. Curiosa l’annotazione di Don Vittorio che scrive “tutti si sono accostati ai SS. Sacramenti, tutti meno cinque parrocchiani”. Nell’ottobre del 1922 predicarono i padri di Rho ed “il popolo intervenne lodevolmente ed i buoni frutti non mancarono”. È evidente come la nostra parrocchia, grazie ai parroci succedutisi negli anni, sia riuscita a mantenere quasi sempre la stessa periodicità delle Missioni; è importante attualizzare, nella quotidianità della vita, le proposte dei predicatori.
APPUNTAMENTO CON IL GAG
Come promesso il mese di dicembre è stato per il mitico GAG un mese ricco di proposte e appuntamenti di ogni genere e per ogni gusto. Abbiamo vissuto insieme momenti molto diversi tra loro, ma tutti ugualmente straordinari perché ci hanno aiutato a conoscerci meglio e più in profondità.
MOMENTI DI "IMPEGNO" E "LAVORO"… (o meglio, GIOCO-LAVORO), infatti, ogni venerdì sera dopo la S. Messa, il nostro oratorio si trasformava in un affollato e organizzato laboratorio per confezionare panettoni e pandori da vendere a sostegno dell'Operazione SOS 2002. Sono state serate molto divertenti, durante le quali, tra una risata e l'altra, prendevano vita delle confezioni coloratissime e originalissime.
MOMENTI DI DIVERTIMENTO E ALLEGRIA… come la serata (forse un po' fuori stagione) trascorsa in piscina. Venerdì 7 dicembre infatti, alle 11.00, dopo l'ultima estenuante serata di "imballaggio panettoni", il GAG ha trasferito la propria sede alla piscina di Cantù… finalmente un po' di relax! Il divertimento non è certo mancato, né ai più o meno esperti nuotatori che hanno invaso le vasche, né alla folla di accompagnatori che li ha seguiti dagli spalti.
MOMENTI DI SOLIDARIETÀ… come il mercatino di sabato 8 dicembre a Carimate e quello di domenica 16 a Montesolaro, durante i quali adolescenti e giovani si sono impegnati nella vendita di oggetti provenienti dal Bangladesh e da altri paesi vicini. Queste due iniziative e la vendita di panettoni e pandori casa per casa ci hanno fatto sentire protagonisti dell'Operazione SOS 2002 e ci hanno permesso di conoscere un po' meglio il cuore della proposta caritativa che per quest'anno impegnerà tutta la nostra comunità.
MOMENTI DI RIFLESSIONE E CONDIVISIONE… come la serata per la pace del 14 dicembre, una serata davvero "alternativa"!! Infatti, dopo la S. Messa delle ore 19.00, non ci siamo ritrovati in oratorio per l'ormai tradizionale cena mensile, ma per digiunare insieme come suggerito dal Papa.
E così abbiamo gustato e condiviso un buon thè caldo accompagnato da qualche fetta biscottata. La serata si è poi conclusa con la proiezione di un film "a tema".
MOMENTI DI FESTA… come è avvenuto la notte di Natale quando, dopo la Messa di mezzanotte, ci siamo ritrovati in oratorio per scambiarci gli auguri. Ci attendevano spumante, bibite, panettoni (quelli che ci avevano perseguitato per tutto l'avvento) e un simpatico bigliettino d'auguri. Eravamo davvero in tanti, ed è stato proprio questo a rendere la serata indimenticabile!
MOMENTI UN PO' "FUORI DAGLI SCHEMI"… come la camminata di giovedì 27 dicembre sul Bollettone per ammirare il tramonto. È stato un pomeriggio davvero "fuori dagli schemi"… infatti non è da tutti affrontare il freddo pungente della montagna ed una "impervia" salita dopo gli abbondanti e ipercalorici pasti natalizi. È un'impresa per pochi; ma i colori del tramonto, il silenzio e l'atmosfera sono fantastici, quasi magici e tutti i partecipanti ne sono rimasti colpiti.
MOMENTI "SPECIALI"… come il Capodanno passato a Monteleco (sperduta e sconosciuta località situata sull'Appennino ligure). Tre giorni un po' "diversi" in cui abbiamo condiviso insieme un'esperienza che, per una ragione o per l'altra, non scorderemo di certo. Divertimento e un po' di fatica, gioco e preghiera, sono stati gli elementi che hanno caratterizzato questo ultimo dell'anno "speciale"… sì, proprio "speciale" … "speciale" perché faceva un freddo allucinante, "speciale" perché per molti di noi (quasi tutti) l'autogestione era un'esperienza nuova, ma "speciale" soprattutto perché ci ha permesso di conoscerci meglio. In fondo, cosa c'è di più SPECIALE dell'AMICIZIA?!
Attenzione però… il GAG non si ferma qui ed ha già in serbo per questo nuovo anno grandiose sorprese!! E per cominciare con il piede giusto ci vediamo ogni venerdì in oratorio per prepararci ad una nuova meravigliosa esperienza: le MISSIONI!! A presto!
Il
12 gennaio, presso la sede dell’Università statale di Milano, è stato
presentato a tutti i catechisti dei cresimandi e dei 14enni il cammino in
preparazione alla Cresima e alla professione di fede, proposto dalla F.O.M. Sarà
un cammino che li impegnerà durante tutta la Quaresima e nel tempo pasquale.
Noi catechisti siamo stati accolti e, dopo un momento di preghiera e riflessione sul Vangelo che ci sta accompagnando durante l’anno con lo slogan SE LO DICI TU, invitati a coinvolgere, nell’esperienza dei ragazzi, i diversi ambiti della parrocchia con spirito di collaborazione. Tocca adesso proprio a noi catturare l’attenzione dei ragazzi, per far loro capire l’importanza dei gesti che stanno per compiere.
La proposta rivolta ai cresimandi è basata sulla metafora del “viaggio”: durante la Quaresima impareranno a “navigare”, cioè ad avere fiducia, a lavorare insieme, a lasciarsi condurre dallo Spirito. Dopo la Pasqua (che simbolicamente corrisponde alla “partenza”) affronteranno il viaggio vero e proprio, durante il quale conosceranno i 7 doni dello Spirito Santo, ancora attraverso giochi di animazione, gesti particolari e … qualche sorpresa: saranno loro i protagonisti dell’incontro con il Cardinale a S. Siro. Ma scopriranno tutto … strada facendo!!!
Per quanto riguarda i 14enni, invece, la proposta,
facendo riferimento al brano del Vangelo di Luca 5,1-11 già citato,tratterà
alcuni aspetti del vasto tema dell’amicizia. I ragazzi saranno invitati a
partire dalla Parola di Dio e ad averne fiducia per poi “prendere il largo”,
proprio come invita il Cardinale a prepararsi bene all’incontro del prossimo
13 aprile al Sacro Monte di Varese, ormai consueto appuntamento del cammino in
preparazione alla professione di fede.
La proposta unisce il desiderio di creare un percorso comune all’interno del gruppo, con l’attenzione al tempo liturgico in cui si svolge la preparazione: la Quaresima. Anche la settimana santa, infatti, avrà dei momenti particolari per questo cammino.
Questi i percorsi che ci sono stati illustrati a Milano, cercheremo insieme ai ragazzi di dare il meglio di noi per vivere bene e con entusiasmo questi … “viaggi” importanti per la loro crescita. Non ci resta che augurare ai gruppi di prima e terza media un … BUON CAMMINO!!!
MONTELECO ALÈ!!!!!!
Un ultimo così? … mai visto!!!
Prendi 39 ragazzi, tra adolescenti e giovani, mettili in una casa autogestita, aggiungi un pizzico di allegria, un po’ di buona volontà, tanta voglia di stare insieme, parecchia responsabilità e un sacco di divertimento … agita il tutto con energia … et voilà, questo è il risultato!!
Assonnati, ma eccitati all’idea della vacanza che ci aspettava, siamo partiti la mattinata del 29 dicembre, dopo un breve (ma efficace!!!) momento di preghiera, alla volta della “fantastica” casa autogestita Monteleco, a cavallo tra il Piemonte e la Liguria … e arrivati, dobbiamo ammettere, l’impatto è stato traumatico! Tutto sommato però, a parte qualche porta mancante, la poca acqua gelida e qualche altro disguido tecnico, siamo riusciti ad ambientarci bene … o quasi!!
Per prima cosa la divisione in 4 gruppi, i “moschettieri del pulito”, per affrontare meglio le faccende domestiche e poi via alla vacanza vera e propria.
Al mattino levata con le galline (molto dura da sopportare anche a causa delle “addette al risveglio”), successiva colazione e alternarsi di giochi, pulizie e preghiera.
Un attimo di relax e poi subito a pranzare, ancora pulizie, giochi, merenda e una strepitosa ma sofferta escursione per i verdi sentieri dell’Appennino già citato. Poi una cena ristoratrice e ancora giochi o la visione di un bel film in compagnia; poche chiacchere prima di affollare il bagno e poi tutti a nanna!
Un momento importante di questa avventura è stata la preghiera, che ci ha accompagnati in queste giornate dandoci la carica al mattino e alla sera.
Nei momenti di svago poi anziché dividerci, ci siamo uniti ancora di più ed abbiamo avuto la possibilità di conoscerci meglio, condividendo allegria e divertimento. Memorabile è stata la serata dell’ultimo: dopo un abbondante e squisito cenone, ci siamo riuniti per salutare il 2001 e fare propositi per il nuovo anno, e allo scoccare della mezzanotte, tutti fuori per ammirare i fuochi, scambiarsi auguri, baci e abbracci e brindare al 2002.
Abbiamo continuato la serata con giochi e tanta musica e poi a letto … che domani mattina si parte presto!!
Un ringraziamento speciale va ai nostri due fantastici cuochi, Corrado e Simone, che ci hanno deliziato con le loro prelibatezze, spendendo la maggior parte del loro tempo in cucina, divenuta il loro regno.
Questa nuova esperienza di autogestione, quindi, è riuscita a responsabilizzare ognuno di noi, in compagnia abbiamo dimenticato la mancanza delle comodità quotidiane e abbiamo imparato a collaborare e a stare insieme, divertendoci ogni minuto di più!!
Siamo giunti dunque ad una conclusione: essere sempre disponibili … EL CUSTA!!!
Però quasi tutti all’unanimità ripeterebbero un’esperienza del genere… e noi ripartiremmo immediatamente con loro … destinazione: MONTELECO!!!
DA CHE PARTE STAI?
Siamo nel mese della pace e, oggi più che mai, ci sentiamo “toccati sul vivo” per questo termine, pace, che appare così lontano e quasi irraggiungibile. Ci guardiamo intorno e scopriamo che la pace non esiste. Dopo l’11 settembre ci ritroviamo osservatori di un mondo che è cosparso di conflitti. È triste e ci toglie speranza questo scenario. Siamo pronti ormai a dire che la pace non può esistere, non abbiamo più speranza nella pace: la ridefiniamo, la ripensiamo, diciamo che può esistere ma solo tra noi, tra noi, perché con quegl’altri non è possibile. Già, quegl’altri, gli altri che stanno dall’altra parte… ma quale parte? Noi da che parte stiamo? Quale e perché è la parte giusta? Che cosa abbiamo fatto per essere dalla parte giusta?
Siamo
tristi e ci si sente persi di fronte ad un mondo che ci mostra solo conflitti (o
il buono non fa notizia?), dove ormai la guerra viene mostrata come qualcosa di
inevitabile, con “personaggi” (loro fanno notizia?) pronti a offrire le loro
esegesi sul senso della stessa guerra e mostrarci la loro verità come unica e
insindacabile. Qualche tempo dopo aver pianto le vittime di New York, eccoci ora
a contare le vittime in Afghanistan. Siamo presi dallo sgomento e ci sentiamo
vulnerabili. Il male è entrato in casa e la tentazione è quella di cercare una
porta più blindata, di rintanarsi ulteriormente nel nostro guscio e lasciar
fuori quel così agognato e adorato “villaggio globale”. Ci è stato
mostrato un mondo ormai globalizzato, un mondo in cui TUTTI siamo chiamati a
rompere i confini: un commercio senza barriere, spostamenti senza frontiere,
informazione no-stop su tutto… Ma ora eccoci di fronte a teorie di divisione,
a teorizzatori di diversità inconciliabili fra loro, a chi deve sempre e per
forza di cose individuare il buono (ma perché è sempre lui?) e il cattivo (ma
perché sono sempre loro?), a inviti a costruire argini di protezione… c’è
la voglia di voler scendere da questo treno-mondo e rivedere le nostre
“dogane”. Da che parte è il giusto? C’è la sensazione di un tira e
molla: allarghiamoci da una parte e ripieghiamoci dall’altra. Da che parte è
la verità? È una domanda che dobbiamo porci e a cui dobbiamo dare risposta.
Io credo che bisogna partire dal fatto che nessun uomo è un’isola. Oggi a maggior ragione capiamo come tutti siamo nella stessa barca. Molti mostrano più barche, mostrano una rotta confusa con un approdo incerto. Ma è proprio qui che il cristiano si differenzia perché sa che questo è il tempo di guardare avanti con lungimiranza e allargare coraggiosamente gli orizzonti. Questa barca su cui stiamo TUTTI ha un approdo certo: ecco la speranza del cristiano.
Davanti a chi uccide sei-settemila civili innocenti (tra cui qualche centinaio di musulmani!) non può certo avere attenuanti. Lo stesso attacco all’Afghanistan dei taleban servirà probabilmente a distruggere qualche base terroristica. Ma tutto ciò non deve fare altro che portarci ad una consapevolezza di fondo: se non si provvederà, TUTTI, a estirpare le radici dell’odio, tutto, anche le bombe anglo americane, non saranno altro che bombe pronte ad esplodere ovunque. Tristemente (ma dobbiamo ammetterlo) Ossama Benladen ha fatto aprire gli occhi all’Occidente per affrontare problemi aperti da decenni. E non bisogna aspettare altre stragi per “vedere” altre crisi: a Bahr al Ghazal vengono bombardati a tappeto dall’aviazione sudanese i campi profughi; continuano gli scontri in Burundi; ci sono conflitti in Angola, Colombia, Congo e Liberia (a cui si aggiunge l’Argentina)… non vanno lasciati nel dimenticatoio.
Prendiamo il messaggio del Papa per la giornata della Pace e leggiamolo riflettendo sulle parole che ha scritto e che sono riassunte nel titolo “Non c’è Pace senza Giustizia, non c’è Giustizia senza Perdono”. Credo che partendo da questo testo sia già possibile credere alla pace: deve solo partire dal cuore di ciascun uomo.
“CRONACA DI UNA VITTORIA ANNUNCIATA”
Si è appena concluso il girone di andata delle mie ragazze, permettetemi di chiamarle così, e non posso evitare di rendervi partecipi dei risultati ottenuti, risultati che nemmeno io, ottimista per natura, avevo osato sperare.
9
partite giocate, 9 partite vinte. 27 set giocati, 27 set vinti. È proprio il
caso di dire che i numeri parlano da soli…
Ma non sono tanto i risultati numerici quelli di cui voglio raccontarvi in questa sede, quanto quelli reali e più importanti di una squadra che, in questi ultimi mesi ha imparato e mi ha insegnato tanto, di una squadra alla quale ho dato tanto ottenendo in cambio ancora di più.
Voglio raccontarvi di come questa squadra sia cresciuta come tale in questi mesi in un modo davvero unico e speciale, di come abbia imparato a collaborare, a sostenersi ed a capirsi vicendevolmente e splendidamente.
Negli ultimi quattro anni ho seguito la loro crescita sportiva passo dopo passo e vederle oggi, vedere quello che, come squadra, sono diventate, non può che rendermi orgogliosa… orgogliosa di ciascuna di loro come atleta e come persona, con i loro pregi ed i loro difetti, con i loro giorni buoni e con quelli meno buoni.
E ciascuna di loro ha nei miei pensieri un posto speciale, è legata ad un’immagine, un’espressione, una frase speciale. Ciascuna di loro, nella propria semplicità, nella propria voglia di fare, di giocare e di vincere, non solo sul campo ma anche nella vita mi ha insegnato, mi sta insegnando e so mi insegnerà moltissimo… Credo sia questo il segreto della vittoria… saper dare e ricevere in un modo così semplice ed allo stesso tempo vincente…
IL "CENTRO POLIFUNZIONALE PARROCCHIALE Dl VIA MADONNINA
Chi durante il mese di dicembre ha fatto attenzione al cantiere di Via Madonnina avrà riscontrato il cancello chiuso e i lavori fermi.
Succede frequentemente che anche con le opere completamente definite si renda necessaria la verifica di quanto fatto, la quale verifica spesso si conclude con la formulazione di ipotesi a volte innovative finalizzate al miglioramento complessivo dell'opera.
Questo è quanto emerso nel nostro caso.
Approfittando del fermo lavori per le festività Natalizie e successivamente per il freddo, la Commissione Affari Economici ha operato un accertamento diretto con i tecnici e con l'Impresa, allo scopo di fare il punto della situazione in funzione soprattutto di una determinazione economica senza nulla togliere al risultato finale previsto.
Si è deciso per la revisione di alcune parti e per la scelta di alcuni materiali migliorativi rispetto ai previsti; elenchiamo:
· Si è deciso di chiudere tutto il perimetro del piano seminterrato con murature e serramenti in alluminio;
· i servizi igienici sono stati saldati tra loro e, pur conservando la distinzione netta tra uomini e donne, sono stati collocati nel punto ritenuto più idoneo;
· è stata eliminata la piazza coperta inizialmente prevista e l'intero piano seminterrato si presenta libero completamente, come unico spazio disponibile ad essere diaframmato in funzione alle necessità gestionali.
In tutti i piani sono stati confermati i serramenti in alluminio.
Nei due piani superiori, l'opera oramai visibile come risultato finale, assicura le diverse funzioni ipotizzate nel progetto generale.
E' in quest'ottica che dopo la pausa invernale verranno ripresi i lavori di Via Madonnina.
DAL MONDO DELLE MISSIONI
LETTERA DI FLAVIA DAL PERU'
Carissimi,
eccomi a voi dopo un po' di tempo… questi ultimi mesi sono stati un po' tirati per le feste dei catechisti e di don Bosco. Ora è tuffo finito ed è andato bene.
La Festa dei catechisti qui a Panama è un momento molto importante di unione. Vengono da tutte le spedizioni: Eravamo più di mille! E' importante ascoltare Ugo... E' ancora lui che ci aiuta a non perdere il cammino.
L'oratorio è davvero importante per tentare di salvare qualcosa di Dio in un mondo dove Dio non conta più Basta vedere quello che sta succedendo. Ugo ci ha raccomandato tanto la preghiera e di essere amici dei ragazzi. Speriamo che i catechisti mettano in pratica i propositi fatti!
La Festa con gli Oratoriali... faceva freddo, però è stato molto bello. Con i ragazzi siamo andati a prendere la legna e poi l'abbiamo portata ai poveri. E' stato il momento più bello. Tante vecchiette che ne avevano bisogno sono rimaste molto contente. Belli i canti, i giochi, le recite. I ragazzi sono andati via contenti.
Ora è iniziato l'Avvento; oltre agli oratoriali vengono i Mavidenos che sono bambini dai cinque ai nove anni. Insegnamo loro le preghiere, i canti di Natale, giocano, mangiano. Poi a Natale daremo loro un panettone, un chilo di riso, un chilo di zucchero, un chilo di pasta ed un litro di olio. Potete immaginare quanti viveri ci vorranno. Dobbiamo comprarli perché quelli che arrivano dall'Italia non bastano.
Vi mando un rullino di diapositive così vedete a che punto è la costruzione dell'ospedale. I muratori sono andati veloci . Hanno finito il primo piano; stanno iniziando il secondo. Fra poco arriveranno al tetto.
Per quanto riguarda la situazione economica si è speso 35.000 $. Ci sono ancora 21.000 $. Sul conto iniziale ce n'erano 56.264 $. Vedo sempre più la necessità dell'ospedale. Quanti malati! Anche oggi nella stanza ce ne sono internati undici. Ci sono materassi anche in corridoio. Non si può più andare avanti così!
Qui a Yanama bene.
Vi
ricordo tutti con affetto
Vostra
Laura
AUGURI DI NATALE AL PARROCO E ALLA COMUNITA' DA SUOR MARIANGELA COLOMBO MISSIONARIA IN BANGLADESH
Carissimo don Luigi e Parrocchiani tutti
La pace e la gioia, doni del Signore Gesù siano sempre nel vostro cuore. Questo è il mio augurio di Natale, unito alla preghiera affinché ogni giorno del Nuovo Anno sappiamo accogliere e donare pace e gioia.
Ricordandovi tutti con affetto, riconoscenza e simpatia vi saluto di gran cuore rinnovando gli auguri di Buon Natale e di Buon Anno.
Suor Mariangela Colombo
CON L’EURO NON CAMBIA NIENTE
Ed
Euro fu. In pensione la vecchia, cara e un po’ derelitta Liretta, in auge il
nuovo, potente e un po’ supponente simbolo economico di Eurolandia.
Da
oggi, dal primo gennaio o dal primo marzo “fate vobis”, si ritorna a ieri,
con la riesumazione dei centesimi d’unità monetaria, segno che forse, a
dispetto delle previsioni nefaste di qualcuno, l’Euro risulterà più
facilmente assimilabile dalle generazioni passate che da quelle presenti, salvo
arrotondamenti più o meno leciti.
Da
oggi il numero 1936,27 sarà la misura assoluta di tutto, tutto avrà un valore
moltiplicando per esso il valore in Lire e diffidate da chi dice che bastano
semplicemente tre zeri ed un raddoppio in più… Per cifre insignificanti è
indubbiamente vero, ma quando sale la posta 64,73 Lire per Euro spostano, eccome
se spostano…
Qualcuno
certamente sosterrà: non bastavano giornali e telegiornali ad impaurire tutti
con i loro terroristici resoconti di banche in tilt, negozianti esasperati,
avventori sull’orlo di una crisi di nervi per l’entrata in vigore
dell’Euro, ci voleva anche l’”autorevole” presa di posizione del piccolo
Bollettino Parrocchiale per dare quel tocco di confusione in più che in Italia
non guasta mai, accidenti…
Ma,
a parte il fatto che anche il nostro pur misero foglio mensile vive nella storia
e nella realtà che essa genera non solo dal punto di vista strettamente
religioso, l’arrivo della moneta unica europea può avere serie ripercussioni
anche sulla nostra Parrocchia.
Il
riferimento corre, nell’immediato, alle oblazioni che noi fedeli versiamo
durante le celebrazioni liturgiche domenicali e non. Il canonico, o quasi, mille
lire da cosa verrà sostituito? Da 1 Euro? Da 0,52 Euro per i più ligi al tasso
di conversione qui sopra richiamato? Oppure da una miriade di monetine
dall’insulso valore globale?
Sia
chiaro che qui non si vuole fare i conti in tasca a nessuno e che il significato
morale anche di un solo centesimo offerto con sacrificio è ben più alto di
1.000 Euro “buttati” con noncuranza nel cestino delle offerte, ma è
altrettanto chiaro che la nostra Parrocchia deve sempre far fronte a ingenti
spese per mantenere in buono stato le strutture esistenti di sua proprietà e
per portare a termine le opere intraprese da qualche tempo.
Come
non ricordare, a questo proposito, il polifunzionale di Via Madonnina che cresce
a vista d’occhio ma che, con la stessa velocità, “attrae” denaro come una
gigantesca calamita aurea? E in questo caso quanto raccolto in Chiesa è
assolutamente residuale, è pur sempre utile alla causa ma serve decisamente
“qualcosa” di più, come i montesolaresi hanno dimostrato di comprendere a
più riprese nel passato remoto e recente…
Per
concludere, la morale non può essere che la seguente: Lire od Euro, nel nostro
orticello niente cambia, niente deve cambiare. La generosità sempiterna dei
fedeli montesolaresi non può, non deve subire mutamenti. Se possibile, anzi,
deve “rifulgere” ancor di più…
La
Parrocchia sentitamente ringrazia.
Ruggero
Fumagalli