BOLLETTINO PARROCCHIALE N. 56 - 3 MARZO 2001
PROPOSTA QUARESIMALE - ANNO 2001 -
"La carità non tiene conto del male ricevuto" (da Lettera di S. Paolo ai Corinti. 13,5).
"La disponibilità al servizio nella comunità cristiana" (da "Lavorare insieme": Proposta di lavoro per le comunità cristiane nel tempo della quaresima).
Volendo impostare un cammino per celebrare con frutto la quaresima nella nostra comunità, ho sentito il bisogno di riferirmi alle autorevoli indicazioni del Papa e del nostro Cardinale Arcivescovo.
messaggio del papa per la quaresima
Il Papa ha diffuso un messaggio che possiamo riassumere nella frase: "La carità non tiene conto del male ricevuto". Qui di seguito metto in evidenza i punti principali.
il cammino di gesù è esemplare per il cristiano
Si tratta di seguire - in questa quaresima - il cammino di Gesù che dalla Galilea conduce a Gerusalemme, luogo dove si consuma la sua missione redentrice.
Questo cammino è per ogni cristiano punto di riferimento. Tutti infatti siamo chiamati a seguire Gesù sulla strada della croce.
La Quaresima è il tempo favorevole per convertirsi e ritrovare la piena comunione con Lui.
È occasione propizia per una profonda revisione di vita. Nel nostro mondo non mancano, purtroppo cristiani che si dimenticano di pregare. Molti infatti ritengono la Parola di Dio non importante, comunque non più incisiva nella loro esistenza. Questi cristiani non celebrano più il sacramento della Penitenza perché lo ritengono insignificante. Per loro l'eucaristia della domenica è soltanto un dovere da assolvere.
In questo contesto di vita come accogliere l'invito alla conversione? Come realizzare un serio cambiamento?
Il Papa invita ad aprire il cuore ai toccanti messaggi della liturgia quaresimale!
Essa ci prepara alla Pasqua. La quaresima è un tempo provvidenziale, dono del Signore, possibilità di avvicinarsi a Lui. Tempo di ascolto dei suoi interiori suggerimenti.
la conversione esige capacità di perdono e riconciliazione
Ci sono cristiani che pensano di fare a meno del costante sforzo spirituale nella propria vita. Non avvertono l'urgenza di confrontarsi con il Vangelo. Così agendo svuotano parole come: "Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano".
Queste parole di Gesù sono difficili da accettare e da tradurre in coerenti comportamenti di vita. Sono parole che obbligano ad una radicale conversione. Quando si è offesi e feriti si è tentati di cedere ai meccanismi psicologici dell'autocompassione e della rivalsa, ignorando l'invito di Gesù ad amare il proprio nemico.
Il perdono e la riconciliazione sono irrinunciabili per porre in essere un reale rinnovamento personale e sociale.
"la purificazione della memoria" è celebrazione della misericordia di dio
I numerosi e tragici conflitti che dilaniano l'umanità hanno scavato solchi di odio e di violenza tra popoli e popoli. Riaffiorano lotte che si credevano definitivamente sopite. L'impressione è che alcuni popoli siano coinvolti in una spirale di violenza inarrestabile che continuerà a mietere vittime e vittime senza una concreta prospettiva di soluzione.
Di fronte a questo scenario i cristiani non possono restare indifferenti.
"Per questo - dice il Papa - nell'anno giubilare mi sono fatto voce della richiesta di perdono della Chiesa a Dio per i peccati dei suoi figli".
Le colpe dei cristiani hanno offuscato il volto della Chiesa. Confidando nell'amore misericordioso di Dio che non tiene conto del male in vista del pentimento, possiamo riprendere fiduciosi il cammino. L'amore di Dio trova la sua espressione più alta quando l'uomo, peccatore ed ingrato, viene riammesso nella piena comunione con Lui.
"La purificazione della memoria" è confessione della misericordia divina.
il perdono può trasformare in luogo di solidale cooperazione anche un campo di battaglia
L'unica via della pace è il perdono! Accettare e donare il perdono rende possibile una nuova qualità di rapporti tra gli uomini. Interrompe la spirale dell'odio e della vendetta. Spezza le catene del male.
Non c'è altra via: il perdono dato e ricevuto!
Dice Gesù: "Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e gli ingiusti".
Amare chi ci ha offesi disarma l'avversario e può trasformare in un luogo solidale di cooperazione anche un campo di battaglia. È una sfida questa che interessa le singole persone, le comunità, i popoli, l'intera umanità. Interessa le famiglie!
Non è facile convertirsi al perdono e alla riconciliazione. Occorre obbedire a Gesù. La sua parola non lascia dubbi: non solo chi provoca l'inimicizia, ma anche chi la subisce deve cercare la riconciliazione. Il cristiano deve fare la pace anche quando si sente vittima di chi l'ha ingiustamente offeso e percosso. Il Signore stesso si è comportato così!
La Chiesa annunciando il perdono e l'amore per i nemici è consapevole di immettere nel patrimonio spirituale della intera umanità un modo nuovo di rapportarsi agli altri, uno stile di comportamento che apre alla speranza.
un cuore riconciliato con dio e i fratelli è un cuore generoso
Il perdono è una delle forme più elevate dell'esercizio della carità. Il tempo quaresimale rappresenta un tempo propizio per meglio approfondire la portata di questa verità. Mediante il sacramento della riconciliazione il Padre ci dona in Cristo il suo perdono e questo ci spinge a vivere nella carità considerando l'altro non come un nemico, ma come un fratello.
Questo tempo di penitenza e di riconciliazione incoraggia a pensare e ad operare nel segno di una carità autentica. Conduce al possesso dei frutti dello Spirito che appagano cuore e vita.
Aprono alla carità, spingono ad offrire, con cuore nuovo, ogni aiuto materiale a chi è nel bisogno. Un cuore riconciliato con Dio e con il prossimo è un cuore generoso!
Nei giorni sacri della Quaresima, "la colletta" assume un valore significativo: farsi carico con sollecitudine solidale della miseria presente nel mondo. L'offerta quaresimale risulta ricca se chi la compie si è liberato dal risentimento e dalla indifferenza, ostacoli che tengono lontani dalla comunione con Dio e con i fratelli. Il mondo attende dai cristiani una coerente testimonianza di comunione e di solidarietà. "Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio?"
indicazioni dell'arcivescovo per la quaresima
Insieme a tutta la diocesi siamo sollecitati in questa quaresima a favorire il nascere di tante disponibilità per il servizio nella comunità cristiana.
La Chiesa di Milano si sta preparando alla nuova evangelizzazione. Anche la nostra comunità deve prepararsi in prospettiva.
La pastorale deve spingere sempre più i fedeli a compiere il passaggio da una fede di consuetudine, pur apprezzabile, a una fede che sia scelta personale, illuminata, convinta, testimoniante.
È pure necessario "accrescere il numero e preparare con serietà fedeli laici capaci e disponibili ad essere guide esperte ed amorevoli, con il dialogo - il confronto - l'esempio, dei molti che sono indifferenti o che passano silenziosamente la frontiera tra la verità e il buio, tra la certezza e l'incertezza, il dubbio, la sfiducia".
Questa necessità emerge soprattutto in quelle situazioni in cui gli uomini non possono conoscere Cristo se non attraverso dei fedeli laici.
quaresimali del venerdì
La nostra comunità è chiamata in questa quaresima in modo particolare a chiedersi se e come stimola le persone al servizio, e quale ricomprensione della loro vita alla luce del Vangelo lo svolgimento di questo servizio riesca a far maturare.
Faremo delle celebrazioni comunitarie, con al centro la Parola e la riflessione dettata dal sacerdote attorno al tema di fondo: "Disponibilità e servizio nella Comunità Cristiana".
le date sono i cinque venerdì consecutivi: 9 marzo - 16 marzo - 23 marzo - 30 marzo - 6 aprile.
il luogo è la chiesa parrocchiale dove ci si raduna puntuali per le 20.30. Predicatore don Giovanni Confetta.
la catechesi dell'arcivescovo
Per cinque martedì consecutivi a partire dal 6 marzo, l'Arcivescovo terrà le sue catechesi via radio ai vari Gruppi di Ascolto sparsi in tutta la diocesi.
il tema: Disponibilità al servizio nella comunità cristiana.
lo scopo è quello di favorire l'assimilazione delle priorità che impegnano la Chiesa ambrosiana in prospettiva di una nuova e necessaria evangelizzazione. A questo si aggiunge il bisogno di accrescere il numero delle persone preparate che diventino capaci e disponibili ad essere guide esperte ed amorevoli attraverso il dialogo, il confronto e l'esempio
le date: Ogni martedì per cinque martedì consecutivi, alle 20.45 (6 marzo - 16 marzo - 20 marzo 27 marzo - 3 aprile).
settimana degli esercizi spirituali
Corrisponde alla quinta settimana di quaresima.
È la settimana che va dal 1 al 7 aprile, settimana che ci introduce alla settimana santa, alla settimana vera.
Sarà incentrata sulla proposta del Papa, espressa nel messaggio: "La carità non tiene conto del male ricevuto".
È intenzione del parroco, in questa prossima quaresima del post-giubileo, fermare l'attenzione sul messaggio del Papa: messaggio che è molto vero ed attuale, perché richiama punti fondamentali per una vita cristiana coerente, illuminata dai principi del Vangelo.
Chiedo alla comunità di vivere bene questa proposta, assumendone l'impegno ed il sacrificio come può essere il venire in chiesa al mattino presto (ore 6), per partecipare alla santa Messa e alla riflessione che viene suggerita. Predicatore don Piergiorgio Mondonico, parroco di San Michele.
celebrazione del sacramento della penitenza
Nel suo messaggio il Papa rileva come, "Nel mondo contemporaneo, accanto a generosi testimoni del Vangelo, non mancano battezzati che ritengono insignificante lo stesso sacramento della penitenza". Ogni fedele della comunità faccia il proprio esame di coscienza!
Come parroco suggerisco il dovere di accostarsi frequentemente al confessionale al di là delle proprie mancanze più o meno gravi. Il sacramento della Penitenza è un incontro con Gesù che porta a noi il perdono del Padre, perdono che passa attraverso la mediazione della Chiesa.
È un aiuto concreto che il Signore offre a sostegno del cammino di santità e perfezione che perseguiamo con fatica e con speranza ogni giorno.
Come vorrei che in questa quaresima i parrocchiani celebrassero nei dovuti modi questo incontro con il perdono di Dio! Ogni sabato pomeriggio con inizio alle ore 16, il parroco è presente al confessionale quale ministro, incaricato dalla chiesa, per donare la grazia di Cristo! E poi, al di là di questo momento programmato, è disponibile, tutte le ore, per chiunque voglia accostarsi alla sorgente della grazia.
In particolare propongo a tutta la comunità una celebrazione comunitaria del sacramento fissata per il giorno 29 marzo alle ore 20.30. Saranno presenti numerosi sacerdoti ad attendere a questo ministero. Potrebbe essere l'occasione per celebrare bene la settimana degli Esercizi Spirituale e la vicina Pasqua.
quaresima tempo di risveglio spirituale
Non è forse carissimi, questo tempo di quaresima, un richiamo concreto per tutti a prendere in mano con decisione la propria vita cristiana?
La recita delle Lodi e dei Vesperi: preghiera della Chiesa. Conosco comunità cristiane dove anche i laici (e non solo i sacerdoti e le religiose!) si fanno carico della preghiera "Liturgia delle Ore" recitandola con spirito di vera comunione ecclesiale! Al mattino alle 6.30 il parroco recita le Lodi. Alla sera, alle 18.45, nella cappellina dell'Oratorio, si impegna a recitare comunitariamente i Vesperi assieme a quanti vorranno partecipare.
Sì, vorrei vedere una maggior partecipazione anche alle Messe feriali. Dice il Papa nel suo messaggio: "Molti pensano alla Messa domenicale solo come a un dovere da assolvere!" Quanto siamo lontani dalla mentalità del pio israelita che, prima di iniziare la sua giornata di lavoro e di impegno, trovava tempo e forza di pregare, di incontrare il Signore. Oggi troviamo tempo per tutto: non quello da dedicare a Dio!
"Precedo l'aurora e grido aiuto; spero sulla Tua parola" (salmo 119).
"L'anima mia attende il Signore, più che le sentinelle l'aurora" (salmo 130).
Se il salmista così già pregava ai suoi tempi, perché noi oggi non lo possiamo fare?
La cultura dell'effimero ci inganna! Ha ragione il Papa che dice ai giovani: "Una diffusa cultura dell'effimero vorrebbe far credere che per essere felici sia necessario rimuovere la croce. Viene presentato come ideale un successo facile, una carriera rapida, una sessualità disgiunta dal senso di responsabilità e, finalmente, un'esistenza centrata sulla propria affermazione, spesso senza rispetto per gli altri".
Che la materialità della vita, carissimi parrocchiani, non abbia a sopraffare il primato di Dio! Mentre scrivo mi sovviene alla mente il Vangelo ascoltato questa mattina: "Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima?"
Dice il Papa: "Possa questo tempo di penitenza e di riconciliazione incoraggiare i credenti a pensare e a operare nel segno di una carità autentica, aperta a tutte le dimensioni dell'uomo. Questo atteggiamento interiore li condurrà a portare i frutti dello Spirito e ad offrire con cuore nuovo l'aiuto materiale a chi è nel bisogno".
In parrocchia proponiamo l’iniziativa "semina la vita": acquistare un pacchetto di semi per donare una nascita a Moutoy.
la vita è bella
La citazione del titolo del film di Roberto Benigni non vuole essere dissacrante, vuole invece essere uno stimolo a meditare su una verità davvero profonda.
La nostra comunità ha avuto diverse occasioni per scoprire, riscoprire e rivalutare il senso e il valore della vita umana in occasione delle manifestazioni organizzate per la ricorrenza della xxiii giornata per la vita, la cui prima ricorrenza è stata nel 1978 all’indomani dell’approvazione della legge 194 sulla "tutela sociale della maternità" e sull’aborto.
Il messaggio del Santo Padre, ogni figlio è parola, ci ha ricordato che in questi ultimi anni il rispetto per la vita e per il suo valore è stato fortemente intaccato dall’aborto, dalla clonazione, dalla manipolazione genetica, dall’uso della pillola del giorno dopo, nonché dalle violenze contro donne e bambini, dall’abbandono dei neonati nei cassoni della spazzatura, dall’aumento degli omicidi e dei suicidi.
La nostra comunità ha avuto l’occasione di approfondire e discutere questo tema di cruciale importanza con il Dott. Giuseppe Anzani, giudice presso il tribunale di Milano, persona di grande carisma, sensibilità e cultura. L’analisi si è articolata nei tre punti del messaggio per la giornata della vita:
eco della parola eterna
Ogni essere umano è unico ed irripetibile, portatore di un significato che rientra nel disegno divino. Per questo motivo ogni vita umana ha lo stesso valore e la medesima dignità: ogni figlio è figlio in Cristo. Se pensiamo alle parole del genetista francese Lejeune si può ottenere, nello spirito del Giubileo, una riconciliazione tra fede e scienza: ogni essere umano riceve 23 cromosomi dal padre, in cui è racchiusa tutta la storia dell’umanità fino ad Adamo, e 23 cromosomi dalla madre, portatori della storia umana fino ad Eva. Riflettendo su questa affermazione, ci si rende conto che ogni anello della catena umana è quindi indispensabile; per ogni essere umano a cui viene negata l’esistenza si crea un impoverimento dell’intera storia dell’umanità.
parola detta ai genitori
Un figlio che nasce è un’eco della Parola di Dio ad Abramo ritrasmessa ai genitori. Un figlio trasmette il bisogno di scoprire il vero senso della vita, quello dell’amore. Il compito dei genitori è difficile, poiché sono chiamati a riconoscere nel figlio una parola da ascoltare e un dono da accogliere, ma non da possedere, poiché il figlio arriverà dove i genitori non possono arrivare, così come le frecce si allontanano dall’arco che le ha scoccate.
parola detta alla società
Un figlio nasce e cresce all’interno di una famiglia, nucleo primario ed essenziale della società. Non a caso quando viene battezzato un bambino tutta la comunità rinnova il proprio atto di fede e le rinunce alle tentazioni di Satana. Nella crescita e nell’educazione di un figlio il ruolo principale spetta alla famiglia, ma l’eco della Parola di Dio si rivolge a tutti, che devono accogliere ed amare un nascituro come manifestazione di Dio.
Se manca l’amore per il figlio che è parola e che chiede costantemente a tutti di essere ascoltato, non si può sperare di costruire una civiltà di pace. È grave abbandonare fisicamente un figlio, ma trascurare un figlio, non ascoltare il suo messaggio non è meno pericoloso. Perché non pensare di adottare o di prendere in affido un bambino, anziché volere ad ogni costo un figlio naturale?
Al contrario delle pietre, dei cavalli, che non devono fare nulla per essere pietre, cavalli, l’uomo deve darsi parecchio da fare per essere uomo. (José Ortega y Gosset)
Simona Colombo
"Ecco dono del Signore sono i figli.
È sua grazia il frutto del grembo"
(salmo 126-3).
"SENTINELLE VI AFFIDO UN MANDATO SPECIALE!"
L’invito del titolo non è un comando militare per qualche missione segreta, ma una piccola parte dell’omelia del nostro Cardinale in occasione del suo incontro con i delegati delle parrocchie. Che cosa sia il cammino "Sentinelle del mattino", in generale è già stato ampiamente illustrato in un Bollettino prima di Natale. Con queste righe si vuole porre in evidenza il percorso specifico della nostra realtà parrocchiale e decanale.
E con chi possiamo approfondire meglio questo argomento se non parlandone con le nostre sentinelle montesolaresi? Quasi tutti ormai sapranno che Wilma Corti e Alessandro Colombo sono i delegati di Montesolaro per la pastorale giovanile; sono stati presentati come sentinelle ad una S. Messa con tanto di candela "luce del cammino".
Insieme a loro cerchiamo di capire meglio l’incarico che hanno assunto attraverso qualche semplice domanda, alle quali Wilma e Alessandro hanno amichevolmente risposto e per le quali li ringrazio.
Qual è il vostro compito di "Sentinelle" all’interno della nostra parrocchia?
Noi siamo i delegati per la parrocchia di Montesolaro, cioè siamo i rappresentanti della realtà giovanile in decanato e in diocesi. Siamo chiamati a coordinare i lavori, a collegare le opinioni della nostra realtà giovanile con le altre. Il lavoro, in questa prima fase dell’ascolto, sta nel porci in ascolto di noi stessi e degli altri (non solo i giovani impegnati in parrocchia!), con l’aiuto di alcune domande di fede e di vita.
Qual è lo scopo primo di tutto il cammino proposto dal Cardinale?
Come ci ha detto il Cardinale, il cammino nasce da un suo preciso desiderio, cioè quello che i giovani si assumano le proprie responsabilità per il futuro. L’obiettivo finale è il Sinodo dei giovani 2002, dove ci si augura di arrivare con realtà giovanili convinte ed entusiaste nella fede. Il primo traguardo è mettersi in ascolto, personale e comunitario, per capire la realtà giovanile. Lo scopo ultimo è ritrovare la pastorale giovanile, e per far questo bisogna partire da noi giovani!!! È stata pensata come proposta per i giovani che parte dai giovani!
A quali incontri avete già partecipato come delegati?
A livello diocesano abbiamo partecipato al primo incontro come delegati: il 20 dicembre scorso in duomo alla Veglia di preghiera con il Cardinale abbiamo ricevuto il mandato.
A livello di zona, ci siamo trovati a Seveso a metà gennaio, per un incontro dove ci hanno illustrato abbastanza concretamente il nostro ruolo di Sentinelle.
A livello decanale ci siamo ritrovati due volte: la prima solo noi delegati per concretizzare la proposta nel nostro territorio e la seconda con la Consulta Giovanile decanale per illustrare il percorso e per un primo scambio di opinioni.
A livello parrocchiale ci stiamo impegnando con i nostri catechisti e abbiamo accennato qualcosa agli incontri del martedì.
Con quale spirito affrontate questo cammino e cosa sperate da una proposta così "grande"?
Sicuramente mettiamo in questa proposta tutto il nostro impegno e la nostra disponibilità, ben consapevoli del nostro incarico di delegati, con la speranza che tutti i giovani vivano con serietà ed impegno questo cammino. Non siamo solo noi due le sentinelle del mattino, ma anche gli altri giovani devono sentirsi tali. Tutti dovremmo cogliere l’invito del Papa a Roma che diceva: "Cari giovani non permettete che il tempo che il Signore vi dona trascorra come se tutto fosse un caso… credete fortemente in lui!!! Siate le sentinelle del mattino in quest’alba del terzo millennio!!"
Aspettative grosse non ne abbiamo, ci aspettiamo impegno da noi e dagli altri, che cercheremo di spronare solo se noi ne saremo convinti. Il lavoro ha una traccia, ma è da ideare… sta all’inventiva di ognuno, a saper creare rapporti validi con gli altri. È una bella proposta… dobbiamo crederci!!!
Con queste risposte semplici ma decise, Wilma e Alessandro hanno illustrato a noi il ruolo di delegati; a loro due va il ringraziamento per questa intervista, ma soprattutto l’augurio di un buon lavoro. A tutti noi giovani il compito e l’impegno di camminare insieme per il nostro futuro di uomini e donne e di cristiani.
Il percorso "sentinelle del mattino" è stato pensato proprio per noi giovani… un’altra occasione speciale ed importante creata per noi, per confrontarci, per capirci anche nelle diversità, per dare un segno di fede importante alla nostra storia!
Un’altra occasione… a noi giovani viene data… non sprechiamola… viviamola!!!
Ursula Borghi
Preghiera delle "Sentinelle del mattino"
Eccomi Signore.
Nella notte sono salito sull’altura della preghiera,
dove mi hai chiamato ad incontrarTi.
Ti ringrazio perché misteriosamente
hai scelto che sia io l’occasione
di far sapere agli altri che Tu
ci custodisci e ci attendi tutti.
Rendimi capace
di condividere con chi soffre,
di esultare con chi gioisce,
di cercare chi mi è distante,
di ascoltare chi mi è diverso.
Ti prego anche per tutti i giovani
che condividono con me questo cammino:
la nostra voce, come sentinelle
annunci la tua aurora
sulle strade del mondo.
Amen.
domenica 11 marzo (II di quaresima)
Con questa iniziativa si vuole incontrare la realtà del VISPE, e quindi del Burundi, più da vicino. Sarà una giornata dedicata proprio alla condivisione con le sorelle del VISPE. Infatti ci recheremo per tutta la domenica ad Appiano Gentile presso la Fattoria dove vivono i volontari impegnati come missionari. Durante i momenti di lavoro, di gioco, di preghiera e di un pranzo insieme, si avrà la possibilità di uno scambio di esperienze con chi ha vissuto in un luogo così lontano da noi e dal nostro stile di vita. È una occasione da non perdere e sono invitati a partecipare bambini, giovani e tutte le famiglie.
Il programma della giornata:
mattina dedicata al campo lavoro; sono invitati adolescenti, giovani e adulti volontari che, con l'aiuto del gruppo "Ranzit", procederanno al taglio della legna;
pranzo (preparato dalle sorelle) condividiamo un "pranzo povero" proprio del loro stile di vita (iscrizioni Simone tel. 031781944);
pomeriggio arrivo (ore 15 circa) dell'oratorio e delle famiglie; ci sarà un gioco e poi un momento di testimonianza (diviso per fasce di età);
S. Messa a conclusione della giornata.
proposta figurine
Per tutti i ragazzi che frequentano l'oratorio della domenica e per quelli che frequentano il catechismo settimanale ci sarà la possibilità di una favolosa raccolta di figurine. Ad ogni ragazzo verrà distribuito un album da completare e sul quale si dovranno attaccare le varie figurine. Queste ultime saranno distribuite durante le attività della domenica pomeriggio e durante l'ora di catechismo.
Ogni figurina rappresenta una scena di una favola africana, originaria proprio della zona del Burundi. Settimana per settimana anche i ragazzi potranno conoscerla sia leggendo le varie sequenze della favola sull'album, sia imparando a conoscere i personaggi rappresentati sulle figurine.
Per tutta la quaresima le figurine verranno distribuite in modo casuale e solo lo scambio delle "doppie" tra i ragazzi permetterà di completare l'album.
vendita colombe e uova di pasqua
Durante il periodo di quaresima sarà possibile acquistare COLOMBE e UOVA di Pasqua il cui ricavato andrà a finanziare l'OPERAZIONE S.O.S.2001. Il costo di una colomba sarà di £ 10.000, mentre quello di un uovo di £ 12.000.
Per l'acquisto ci si può rivolgere a Federico (Tel. 031780756).
OBIETTIVI QUARESIMA 2001
L 6.000.000 – Vendita colombe e uova
OBIETTIVI GIÀ RAGGIUNTI
SUOR BENIGNA BIANCHI CI HA LASCIATO
Lunedì 12 febbraio, nella chiesa parrocchiale di Castelletto di Senago si sono svolti i funerali di Suor Benigna Bianchi. In quella comunità era rimasta per ben 18 anni. Era molto stimata e conosciuta. Apparteneva alle suore di Santa Maria di Loreto: comunità di sorelle che vive il mistero di Nazaret nella fede e nell'abbandono fiducioso alla volontà del Padre.
Nata a Montesolaro 89 anni fa, ha voluto fosse sepolta nel nostro cimitero, accanto all'altra sorella, lei pure suora, in attesa della risurrezione dell'ultimo giorno; in questo nostro cimitero, dove sarà sempre circondata da vivo ricordo e da generose preghiere.
Il parroco di Castelletto ha tenuto un'omelia che riportiamo integralmente. Aiuta a capire la stupenda figura di suor Benigna Bianchi. Ricordandola su queste pagine intendiamo affidarne la memoria a quanti l'hanno conosciuta ed amata.
OMELIA TENUTA DA DON ANTONIO LONGONI PARROCO A CASTELLETTO
Non so se in questo momento sono la persona più adatta per fare memoria di suor Benigna. Sono infatti, in ordine di tempo, l'ultimo ad averla conosciuta. Ci sono qui parenti, ci sono le consorelle, c'è l'intera comunità di Castelletto che per 18 anni ha goduto della sua presenza. Voi tutti sicuramente l'avete conosciuta in maniera più approfondita. Tuttavia voglio offrirvi i miei ricordi, che uniti ai vostri, sicuramente ci aiuteranno a riconoscere la grandezza di questa donna.
Vorrei descriverla così Suor Benigna: la donna del lavoro, la donna della preghiera, la donna delle relazioni.
La donna del lavoro. Suor Benigna era sempre attiva: quando mi capitava di andarla a trovare la vedevo sempre al lavoro. Scherzosamente le dicevo se era nel suo studio, sulla sua scrivania ... dove stirava, cuciva, rammendava e lavorava con il suo inseparabile tombolo per il pizzo. Aveva sempre qualcosa da fare e quando le si chiedeva qualcosa per una festa, un teatro ... dai suoi armadi tirava fuori l'impossibile. Era già in età da pensione, ma per lei questo termine non significava nulla. Nello spirito di Nazaret lavorava in silenzio, con alacrità, per tutti.
La donna della preghiera. La domenica era la prima ad arrivare in chiesa, guardava se tutto era a posto e poi iniziava il suo rosario. Sempre presente alla adorazione del primo venerdì del mese, alla Messa con gli anziani il mercoledì, e al gruppo del rosario perpetuo. Con il suo messalino in mano doveva "seguire" la Messa parola per parola. Una preghiera fedele e sempre fervorosa la sua. Da qui traeva la sua forza ed il suo vigore.
La donna delle relazioni. Credo che non ci sia nessuno delle tante persone presenti oggi in chiesa che non abbia avuto modo di parlare almeno una volta con lei. Il suo sorriso, la sua parola erano per tutti quelli che incontrava. A volte mi capitava di sentirla rispondere al telefono ed il suo saluto era bellissimo. "Ciao gioia!" La sua parola era forte e convincente. Sapeva dare coraggio ed invitava all'impegno.
Oggi siamo qui per dire grazie al Signore che ce l'ha donata, ma insieme siamo qui per chiedere che ci aiuti a far tesoro dei suoi esempi.
La parola di Dio che abbiamo ascoltato ci fa capire dove suor Benigna ha trovato la forza per vivere così. Il libro di Giobbe ci ha fatto leggere: "Il mio Redentore è vivo ... lo conosco e non da straniero ... i miei occhi lo vedono..."
Per questa nostra sorella Dio non è stato una idea, ma una persona viva, conosciuta ed amata con tutto il cuore. Da qui la forza per una testimonianza di vita generosa e fedele.
Il vangelo di Giovanni ci ha detto: "Chi ama la sua vita la perde". Questa nostra sorella ha fatto della sua vita un dono alla Chiesa. Agli occhi del mondo sembra abbia "perso" la vita, ed invece proprio perché l'ha donata per il bene di tante persone, l'ha ritrovata.
Noi che siamo qui abbiamo goduto in questi anni del dono della sua vita e per questo rendiamo grazie al Signore che ci ha donato suor Benigna.
vacanza estiva in val d'isère
La vacanza estiva di quest'anno ha come luogo di soggiorno una prestigiosa località: Val d'Isère (m. 1850). Vi chiederete: perché ancora in Francia? La risposta è pronta: perché l'agenzia che mette a disposizione l'hotel è molto seria e a portata delle nostre tasche! Offre ambienti decorosi e a prezzi convenienti! A detta dell'organizzatore la località di Val d'Isère è il massimo come luogo di vacanza per chi ama la montagna e per le attrezzature di sport e di svago che la stazione presenta.
Metà del territorio di Val d'Isère è incluso nella zona centrale protetta del Parco Nazionale della Vanoise, confinante con il Gran Paradiso. Senza parlare della riserva naturale dell'Iseran (interi pendii ricoperti da flora rara e delicata) o di quella di Tignes della Grande Sassière .
Si possono percorrere i molteplici sentieri, debitamente imbragati e segnalati, senza dimenticare il percorso del famoso GR5 (itinerario grande escursione) che attraversa il massiccio e assicura passeggiate facili per godere qualche ora serena. Il ghiacciaio del Pissaillass propone in luglio ed agosto discese inedite in uno dei sei comprensori sciistici francesi dello sci estivo.
A disposizione un Hotel con capienza massima di cinquanta persone. Stanze con due letti e bagno annesso. Val d'Isère si raggiunge attraverso la Val d'Aosta - La Thuile - il passo del Piccolo San Bernardo. Si scende a Bourg Saint Maurice e quindi Val d'Isère. Dodici giorni di vacanza. Esattamente da lunedì 23 luglio a venerdì 3 agosto. La spesa giornaliera pro capite è di L. 45.000. Chi intendesse partecipare a questa vacanza organizzata dalla parrocchia, si iscriva entro il 30 aprile versando la caparra di £ 100.000. Con noi parteciperà anche l'Oratorio di Carimate. L'agenzia chiede già da oggi una conferma di affitto con anticipo di acconto.
…PER QUESTA VOLTA NIENTE INTERNET…
Per una volta lasciamo perdere Internet, lasciamo perdere i cosiddetti "new media", lasciamo perdere anche la televisione… per una volta parliamo del comunicare "vecchio stile"… parliamo del sogno, delle favole, parliamo degli sguardi , parliamo della musica e del silenzio…
Parliamo del sogno… avete mai pensato a quanto può dire un sogno? Il sogno parla delle nostre paure, dei nostri desideri, di noi stessi, il sogno parla del nostro essere, e mi riferisco a quel sogno fatto con la testa sul cuscino… perché poi c’è un altro sogno, quello ad occhi aperti, quello che parla delle nostre speranze, di quello che vorremmo diventare, di quello che vorremmo vivere…
Parliamo delle favole… della favola letta al proprio figlio prima che si addormenti… È così strano, oggi, vedere un adulto che racconta, credo che sprigioni una sorta di magia, e credo anche che per un bambino sia impossibile sottrarsi a questa magia, sia impossibile non entrare in quel mondo che gli viene raccontato… e quella voce che dice "c’era una volta" non può non trasmettere emozioni…
Parliamo degli sguardi… uno sguardo, molte volte, dice più di mille parole. Non sto facendo retorica, pensateci, è così… Quando una persona ci conosce non servono chiacchiere inutili… quando siamo tristi il nostro sguardo è buio, quando siamo felici brilla, quando abbiamo bisogno di essere rassicurati è lui il primo a chiedere aiuto, quando siamo arrabbiati è lui il primo ad ammonire… Uno sguardo parla prime delle nostre labbra…
Parliamo della musica… la musica è una forma evocativa che arriva in profondità, raggiunge il nostro intimo ed ha un fascino talmente forte da riuscire a divulgarsi senza l’uso di parole… Quante volte abbiamo chiesto aiuto alla musica perché parlasse per noi?… Quante volte abbiamo lasciato che una canzone raccontasse le nostre emozioni?…
Parliamo del silenzio… quando le parole sono inadeguate, quando le parole sono inutili, quando l’unica voce che vorremmo far parlare è quella della nostra anima… non resta altro che il silenzio…
FORMENTI RAFFAELLA
Questione di stile
Ultimamente nelle televisioni italiane, in particolar modo in quella di Stato, ne succedono di tutti i colori: le dimissioni di qualche direttore sono ormai all’ordine del giorno. Causa di tutto ciò è spesso la voglia di provocare per ottenere qualche spettatore in più. L’ultimo caso in ordine cronologico è quello che ha visto Daniele Luttazzi protagonista di una coprofagia in diretta TV, all’interno del suo programma Satyricon in onda su RaiDue. Questo gesto ha ben poco a che vedere con la satira che, quando è tale, è piacevole e fattibile senza alcuna volgarità: un esempio su tutti è Striscia la Notizia che, benché realizzi una satira molto pungente, non si abbassa alla facile comicità della volgarità. Oltre ad aver mangiato davanti a milioni di telespettatori una pastella di crema di nocciole dall’aspetto volutamente confondibile con un escremento umano, e dichiarato tale, il "signor" Luttazzi ha coinvolto nel suo trash-show anche Anna Falchi a cui ha chiesto le mutandine, ovviamente con streeptease in diretta! Ma non è tutto, perché nella trasmissione incriminata non ci sono solamente cose lontane dalla satira vera e propria, ma il fare satira di questo personaggio è privo di originalità poiché di una volgarità sconcertante: battute ovvie per un’ironia scontata.
Le prime critiche mosse a questo programma sono giunte dalla stampa cattolica, in particolare da "Osservatore Romano" e dal periodico "Famiglia Cristiana", che non potevano certo tacere di fronte ad una bassezza di contenuti tale da portare a episodi simbolo come quelli citati. Inoltre l’intervento, volto al fine di commento e non certo di censura, è stato giustificato dalla canzonatura operata addirittura nei confronti del Papa. La disapprovazione dell’editoria cattolica è stata interpretata dal mondo dello spettacolo come una crociata nei confronti di Luttazzi e della sua trasmissione, ma non è questione di essere cattolici oppure no, è questione di stile, questione di buon gusto.
Ora, la censura è ingiusta e fastidiosa, infatti Satyricon ha tutto il diritto di esistere e molta gente che prima non ne conosceva nemmeno l’esistenza, con tutta la pubblicità derivata da queste "polemiche" seguirà incuriosita questo programma in attesa dell’evento eclatante che darà luogo ad altre polemiche. Il potere di decidere è nostro, il telecomando l’abbiamo noi, quindi quello che posso fare nel mio piccolo lo faccio: cambio canale o, meglio ancora, spengo il televisore e vado a rompere le scatole a mio papà.
Gianluca (iceted@gsmbox.it)
CRISTIANI FUORI DALLA SACRESTIA
"Ama e fa ciò che vuoi": con l’antico e sempre attuale insegnamento di S. Agostino, don Giuliano Parravicini, responsabile diocesano per la formazione all’impegno sociale e politico, concludeva l’incontro-dibattito tenuto presso l’auditorium di S. Paolo mercoledì 7 febbraio.
Utenti della riunione erano coloro che sono, o si sentono in qualche modo, impegnati in politica, e che probabilmente hanno lasciato quella sala con qualche dubbio in più rispetto alle poche certezze che pensavano di avere al momento di sedersi per ascoltare le parole del relatore. Egli li aveva comunque avvertiti e tranquillizzati perché quelle perplessità costituivano un chiaro sintomo di attenzione ed erano lo specchio visibile di un positivo "risveglio del senso della politica" al quale ogni cristiano deve tendere.
La coscienza di partecipare, come battezzati, alla missione sociale della Chiesa è un dono molto grande, e di ciò occorre ringraziare tutto il Magistero che "pungola" continuamente i fedeli: Rerum Novarum, Gaudium et Spes, Populorum progressio, Centesimus annus, sono dei documenti pontifici, forse i più conosciuti, che trattano dell’insegnamento in campo sociale della Chiesa. Più vicini a noi (non solo in ordine strettamente cronologico) gli atti conclusivi del convegno di Palermo del 1994 ed i costanti messaggi del cardinal Martini, dal taglio prettamente formativo ed educativo: la loro lettura fa sgorgare la necessità di essere, o almeno mettersi nella condizione di diventare "cristiani adulti nella fede", dove una giusta cultura verso "la cosa pubblica" porta ad una realizzazione umana completa e non monca. Un continuo cammino di educazione, nel quale un ruolo di fondamentale importanza deve essere svolto dai Consigli Pastorali delle parrocchie, è alla base del percorso intrapreso da coloro che hanno a cuore la promozione dell’uomo: è un itinerario che implica la valorizzazione di tutte quelle risorse e le competenze presenti sul territorio.
È questa una "scuola" che porta ad una nuova "passione per la politica", in quanto i cristiani, come tutti gli uomini, sono, volenti o nolenti, coinvolti nelle vicende storiche del proprio tempo e manifestano, pur condividendo la stessa fede, scelte politiche non coincidenti fra loro. Orientare nell’opera di discernimento per favorire la crescita appunto di fedeli adulti, cioè di "laici capaci di assumersi le responsabilità delle situazioni", è oggi uno dei compiti irrinunciabili della Chiesa, un suo, se non "il suo", modo di fare politica. Anacronistico e da diffidare è il ruolo del clero che propone una soluzione già "confezionata" e non offre invece gli strumenti perché ogni singolo arrivi ad una scelta in modo consapevole e ponderando tutte le possibili opzioni. Per tutti, consacrati e laici, non è un compito facile, e lo stesso don Giuliano tocca con mano queste difficoltà girando la diocesi ad espletare, a part-time col suo impegno di coadiutore in una parrocchia milanese, il ruolo affidatogli dal vescovo.
Le scuole di formazione all’impegno sociale e politico operano da ormai parecchi anni anche a livello locale, e stanno vivendo un periodo di ripensamento: certamente hanno suscitato nuovi fervori ed entusiasmi che devono entrare ormai nella routine quotidiana. Del monito di S. Agostino a don Giuliano è piaciuto quell’imperativo "fa", cioè vai, opera, esci dalla sacrestia.
"Oggi non si ha più bisogno di sacrestani (senza nulla togliere a questa categoria) ma di persone alle quali sta a cuore il bene dell’uomo". Il relatore, sollecitato da alcune domande dei presenti, aumentava il numero dei dubbi e cercava di dissolverli chiudendo la serata citando un passo della Populorum progressio di Paolo VI: "I laici devono assumere come loro compito specifico il rinnovamento dell’ordine temporale.
Se l’ufficio della Gerarchia è quello di insegnare e interpretare in modo autentico i principi morali da seguire in questo campo, spetta a loro, attraverso la loro libera iniziativa e senza attendere passivamente consegne e direttive, penetrare di spirito cristiano non solo la mentalità e i costumi, ma anche le leggi e le strutture della loro comunità civile".
Francesco Molteni
centro attività parrocchiali di via madonnina
Lo si vede crescere di giorno in giorno. Pare che a metà marzo incomincia la copertura del grande stabile. Una struttura che con i suoi due piani offre spazi enormi sollecitando la nostra fantasia del come farla funzionare tenendo presenti le esigenze della comunità.
Siamo dunque nel vivo dei lavori che da tempo desideriamo si compiano per offrire alla Comunità luoghi adatti per le attività che si compiono in parrocchia. Dovrà essere luogo dove si sviluppa una rete di relazioni capaci di unire, avvicinare, in un crescendo di comunione, fraternità e collaborazione.
La Commissione Economica Parrocchiale sta lavorando con impegno perché si proceda regolarmente sul piano finanziario predisponendo di pari passo i tempi e gli interventi adeguati.
Il parroco ringrazia tutti quanti hanno dato e daranno contributi a sostegno dell'opera. Piacerebbe vedere la collaborazione di tutte le famiglie. Non importa la cifra, quanto il segno della propria partecipazione! Le schede finora restituite sono poche. Solo 115 famiglie hanno risposto alla proposta preparata dalla Commissione Economica! Il sapere che dietro a questi lavori che stiamo facendo c'è il consenso di tutta la comunità è, per il parroco, motivo di sprone ad andare avanti deciso e sicuro.
ERAVAMO QUATTRO AMICI AL … BAR
Per chi non lo sapesse, l’Oratorio di Montesolaro ha un bar.
Già, si raggiunge facilmente: basta varcare la soglia dell’Oratorio maschile, pochi passi ed eccoci arrivati.
Chi lo volesse visitare, lo può fare nell’orario d’apertura: la domenica pomeriggio dalle 16.00 alle 19.00; entrando verrà accolto dai volontari, mamme e papà, che di mese in mese a turni alterni distribuiscono bevande, caramelle, caffè, tè cioccolata, patatine e altre golosità (eccetto i liquori) a tutti coloro che frequentano l’Oratorio. Piccolo particolare: il tutto "no licence"…
Per chi è curioso di sapere chi incontrerà dietro al bancone, beh ecco i nomi dei barman nostrani che con impegno costante ed ammirevole si danno da fare per offrire ogni settimana ai bambini e ai giovani dell’Oratorio un piacevole e dolce ristoro ed un ambiente che, seppur piccolo, grezzo ed essenziale, è sempre pulito, allegro ed accogliente. All’appello rispondono i nomi di Ornella, Roberto, Massimo, Rita, Mariangela, Cinzia, Elda, Severino, Lorenzo, Pinuccia, Teresina, Vittorio, Rosella, Raffaella, Sabina, ecc… Sono loro i volontari che ogni domenica pomeriggio mettono a disposizione dei piccoli clienti il loro tempo, la loro disponibilità e, da non dimenticare, il cosiddetto "olio di gomito", necessario per pulire pavimenti, tavolini e lavelli quando si chiudono i battenti del bar. Il tutto, ovviamente, gratuitamente, perché i ricavi delle vendite vengono direttamente reinvestiti nell’acquisto delle bevande e dei dolciumi e nel pagamento delle bollette. Parlo di ricavi semplicemente perché non ci sono guadagni, i prezzi sono talmente ridotti all’osso che spesso il "fondo Parrocchia" deve intervenire per sovvenzionare questo povero baretto che da un bel po’ di tempo sembra essere dimenticato e lasciato a sé.
Certo, la concorrenza con gli altri bar esiste e non si può dire che oltre a pochi tavolini, un bancone, un calcetto ed un ping pong ci sia poi molto altro, ad esempio non c’è traccia di una tv o di un videogioco, però c’è sempre un clima allegro e giocoso che non va sottovalutato come non va dimenticato l’ impegno dei volontari nel soddisfare il più possibile le richieste di tutti.
Una delle "doti" del bar dell’Oratorio è la mobilità; infatti durante le gite, le passeggiate, le feste particolari come il Carnevale o la Messa a S. Agata nel giorno dell’Angelo, alcuni addetti si preoccupano di non far mancare nulla tra cibarie e bibite: insomma è come se una piccola parte del bar accompagnasse le cosiddette "trasferte". Non finisce qui: in estate, durante l’Oratorio feriale il bar c’è, dopo i tornei di calcio il bar c’è, spesso nelle serate estive il bar c’è.
E dopo tutto questo, questi sono i dati più recenti: scarsa affluenza, poca considerazione nei confronti di chi gestisce la struttura, maleducazione di molti giovani che sporcano irresponsabilmente.
E dire che mamme e papà si danno un gran da fare, felici di poter passare alcune ore a contatto con il vociare allegro e vivace di giovani e bambini che con la loro vitalità trasmettono una ventata di allegria agli adulti.
Beh, se il baretto dell’Oratorio non piace basta mettersi d’impegno e abbellirlo un po’, nessuno vieta di introdurre musica, giochi, televisione, ogni iniziativa è ben accetta; l’importante è non dimenticare l’atmosfera di cordiale vivacità e la genuina voglia di divertirsi insieme, tra un dolcetto e l’altro, che tutti i piccoli e grandi clienti trovano non appena ne varcano la soglia.
Elena Colombo
donna & donne
Poi il Signore disse: "Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto a lui corrispondente (...)" Il Signore Dio costruì la costola, che aveva tolto all’uomo, formandone una donna (...) Allora l’uomo disse: "Questa volta è osso delle mie ossa e carne della mia carne".
È così che la figura della donna viene introdotta nella Bibbia dal libro della Genesi.
In questo passo la donna viene creata dall’uomo per essere un aiuto per lui, una creatura che a lui corrisponde.
Diverse sono poi le letture che nell’antico Testamento si riferiscono alla figura della donna: alcune la esaltano, sottolineandone l’importanza per la famiglia e la docilità all’azione dello Spirito; altre la pongono, invece, in secondo piano rispetto all’uomo (tanto che, secondo il Deuteronomio, può essere ripudiata dal marito) e rispetto alla legge (la donna aveva diritto all’eredità solo in casi speciali).
È invece con il Nuovo Testamento che la donna assume un ruolo del tutto particolare e primario.
È di una donna, Maria, che il Signore si serve per dare al mondo Suo Figlio; è per intercessione di Lei che Gesù compie il primo miracolo. Ancora, Gesù fa di una peccatrice, la Samaritana, una testimone della Sua Parola; le donne, poi, sono le prime a dare l’annuncio della Resurrezione.
Tante sono, quindi, le figure femminili che vengono ricordate nell’Antico e nel Nuovo Testamento, nel bene e nel male.
Anche oggi molte donne sono protagoniste, nel bene e nel male, delle cronache di ogni giorno: alcune ricche e famose, altre vissute nella miseria e nell’abbandono, alcune padrone di una propria vita ed identità, altre schiave, oggetti nelle mani di chi non riesce a comprendere il significato di una vita umana.
Impressiona sempre osservare come sui giornali e nei telegiornali si accostino storie diverse con protagoniste delle figure femminili. Basti pensare al clamore suscitato dalle vicende di alcune donne, ricordiamo quelle della contessa Agusta e della regina Maria José, proprio nei giorni in cui, a causa del terremoto in India, migliaia di donne (ma non solo, ovviamente) perdevano la vita in modo semplice, anonimo, brutale.
Ma tante altre sono le donne che ogni giorno subiscono violenze, persecuzioni e soprusi nelle diverse parti del mondo.
8 marzo: festa della donna. Alla luce di tutte queste contraddizioni, questo giorno dovrebbe forse essere rivalutato come "giornata di riflessione sulla donna".
Tante sono le donne, soprattutto nei nostri paesi ricchi e benestanti, che possono festeggiare; molte di più sono, però, quelle che, vicine o lontane da noi, vivranno questo giorno come tanti altri, nel dolore, nella tristezza, nella disperazione.
L’augurio è, allora, quello di non vivere questa giornata come occasione di festeggiamento e di pura ritualità, ma di considerarla una festa "speciale", in cui porre più attenzione e riconoscere più valore al ruolo della donna nella nostra società e, perché no, magari pregare particolarmente per quelle donne che si trovano in situazioni di difficoltà.
Cristina Proserpio
Anagrafe parrocchiale mesi gennaio – febbraio
Nati in Cristo
Porro Paola di Giovanni e Castelli Ambrogina
Epifanio Stefano di Antonio e Lardo Filomena
Branchi Giulia di Valerio e Buscetta Caterina
Saraceno Chiara Maria di Francesco ed Esposito Linda
Morti in Cristo
Caronni Rosa di anni 85
Toppi Rinaldo di anni 85
Bianchi Suor Benigna di anni 89
Seveso Teresa di anni 50
Rigamonti Arnaldo di anni 78